È vero che i cambiamenti climatici hanno sempre fatto parte del pianeta in cui viviamo; tuttavia, ciò che stiamo affrontando adesso è anomalo, poiché è stato provocato dall’attività umana. Questo fenomeno è noto come ‘effetto serra antropico’ e si aggiunge all’effetto serra naturale.
La rivoluzione industriale è stata certamente parte integrante di quello che sta succedendo: l’uomo ha portato a un innalzamento della CO2 nell’atmosfera fino a livelli doppi rispetto alle soglie minime che sono state registrate nel corso degli ultimi 700 anni. Gli studiosi e i ricercatori sono d’accordo che il fenomeno di surriscaldamento globale, ovvero l’aumento delle temperature medie, è legato a doppio filo all’effetto serra antropico, quindi quello causato dalle attività umane. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: il ghiaccio marino artico è già sceso mediamente del 12,85% in ogni decennio, mentre il livello del mare si alza mediamente di circa 3,3 millimetri ogni anno dal 1870 ad oggi. Il 2020 è stato il secondo anno più caldo di tutto i tempi, dietro solamente al 2016.
L’Agenda 2030 che riguarda lo sviluppo sostenibile
Verso la fine del mese di settembre del 2015, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in cui erano presenti più di 150 leader mondiali, ha perfezionato l’adozione di un documento fondamentale legato al tema della lotta al cambiamento climatico, ovvero l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. All’interno dell’Agenda emergono 17 obiettivi principali accompagnati da 169 sotto-obiettivi, che rappresentano una roadmap ambiziosa per affrontare le sfide della sostenibilità. Di cosa si tratta? Da una parte ci sono le priorità mondiali per il 2030 e, dall’altra, c’è un vero e proprio programma di azione integrato che prevede benessere, pace e prosperità per il mondo intero. L’Agenda 2030 ha, in sostanza, preso il posto dei MDGs, la cui adozione avvenne nel settembre del 2000, con un accordo stretto tra 193 nazioni. Questi ultimi obiettivi, però, sono stati raggiunti solamente in parte. I nuovi obiettivi SDGs si distinguono notevolmente rispetto ai MDGs, in modo particolare sotto due punti di vista. In primo luogo, gli SDGs sono rivolti a tutte le nazioni partecipanti all’accordo, indipendentemente dal loro grado di sviluppo cercando di coinvolgere attivamente tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite. In secondo luogo, gli SDGs sono stati formulati attraverso un processo di partecipazione collaborativa degli Stati membri che hanno preso parte ai lavori di creazione.
Il contributo individuale nella lotta contro i cambiamenti climatici
Nel contesto nazionale è in corso un vero e proprio processo di strutturazione industriale delle aziende italiane con l’intento di garantire ai cittadini dei servizi essenziali più efficaci ed efficienti, nella più generale ottica della lotta contro il cambiamento climatico.
L’obiettivo principale da raggiungere è quello di andare alla ricerca e sfruttare soluzioni sempre più accessibili e flessibili, in maniera tale che i vari Paesi possano trasformarsi in economie sempre più pulite e, ovviamente, resilienti. È vero che l’Agenda 2030 contiene obiettivi che si rivolgono a una vasta platea di attori, ma in fondo vogliono rappresentare un forte stimolo anche per quanto riguarda il mondo del business.
L’invito, rivolto alle imprese, indipendentemente dalla tipologia, dal settore in cui operano e dalle dimensioni, è quello di puntare su un approccio diverso, molto più proattivo, verso scelte sostenibili. E la migliore strategia consiste nell’adottare modelli di business più responsabili e rispettosi dell’ambiente, su tecnologie più verdi e sull’azione in partnership. Gli investimenti devono avere ad oggetto lo sviluppo e poi l’utilizzo di soluzioni, macchinari e tecnologie sempre meno impattanti dal punto di vista dell’inquinamento, riducendo i consumi, puntando sulle rinnovabili e sulla mobilità sostenibile.
Non c’è dubbio che la sfida è colossale e, pertanto, per puntare a vincerla, serve che si crei una stretta sinergia tra governi, imprese e società civile. Quindi, è chiaro che anche i privati hanno la possibilità di fare la loro parte. Si va dalla scelta di mezzi elettrici, cercando di abbandonare motorizzazioni alimentate da combustibili fossili, fino all’uso di mezzi di trasporto alternativi, per non parlare dell’attenzione nell’uso più razionalizzato e responsabile degli elettrodomestici all’interno delle mura domestiche e di altri comportamenti sostenibili, come buttare meno cibo, riciclare gli oggetti usati, mangiare più verdura e ridurre la carne e i latticini a tavola, che si possono attuare nella vita di tutti i giorni.