L’idea è stata di due imprenditori calabresi che hanno ben pensato di sostituire gli snack poco salutari, con delle clementine fresche, ma potrebbe espandersi a tutti i tipi di frutta a seconda della stagione.
Il cibo spazzatura è letteralmente il maggior produttore di materiale plastico del pianeta. Dai distributori automatici oltre a venir fuori molta plastica che ormai sappiamo essere responsabile di enormi danni all’ambiente, vengono spesso fuori cibi malsani e dal dubbio gusti.
La frutta come sostitutivo
Nelle scuole soprattutto l’ideale sarebbe educare i giovani alla nutrizione con responsabilità. L’azienda calabrese già produttrice di cibo per distributori ha quindi ben pensato di selezionare clementine rigorosamente italiane ed utilizzare un packaging ecosostenibile ed ecco che abbiamo il prodotto finale (in foto).
Il nome utilizzato per la startup è “ClemenTime” per rimarcare appunto la necessità ed il tempo di cambiare drasticamente abitudini. Difatti in Italia il commercio dei distributori automatici è altissimo come l’incidenza sul sistema sanitario che deriva da abitudini malsane proprio come la nutrizione.
Le clementine scelte per questo progetto oltre ad essere appunto da agricoltura italiana, sono al 100% non trattate, quindi esenti anche da agenti chimici che danneggiano ulteriormente salute ed ambiente.
Le proprietà delle clementine inoltre favoriscono a tenere a bada non solo la fame, ma anche la sete, data la natura succosa del prodotto che credo tutti sappiamo. Ovviamente la loro produzione non è annuale e quindi per garantire un prodotto ottimale la raccolta si svolge proprio nei mesi più freddi che vanno da Ottobre a Febbraio, periodo che per la frutta snack è in negativo e che quindi con questa idea potrebbe risollevarsi.
Se volete visitare il sito della startup vi consiglio di cliccare questo link e leggere la storia di questi due imprenditori calabresi che hanno avuto la brillante idea di supportare non solo la propria terra, ma anche uno sviluppo più salutare visto che molto spesso le alternative nei distributori automatici non sono molte a riguardo.
La cosa più assurda è che molti dei distributori si trovano in luoghi pubblici come ospedali o cliniche preposte alla cura dei pazienti che molto spesso hanno patologie legate alla cattiva alimentazione. I paradossi quelli belli.