Greenpeace segnala sversamento di petrolio a Gela

di Redazione 143 views0

Greenpeace segnala le difficili condizioni in cui riversa il mare di Gela, in Sicilia, a causa di uno sversamento di petrolio che potrebbe provenire dalla raffineria Topping1.

Ieri mattina nel mare di Gela si è diffusa una macchia oleosa, si presume che provenga dall’impianto della raffineria Topping1, ma ha preso il via la protesta di Greenpeace, soprattutto per l’intenzione di ENI ed Edison di aprire un nuovo pozzo di estrazione a Pozzallo, con il rischio di provocare ulteriori danni all’ambiente. Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia, ha denunciato la situazione:

Si tratta dell’ennesima dimostrazione che l’utilizzo del petrolio non è una pratica sicura così come vogliono farci credere l’ENI e le altre compagnie petrolifere che operano nel nostro Paese. La zona di Gela già fortemente provata da cinquant’anni di attività della raffineria, si trova ancora una volta a affrontare una seria minaccia ambientale. Ma non sembra che questo scoraggi i nuovi progetti della compagnia di espandere l’estrazione di idrocarburi al largo di queste coste. Cosa deve succedere prima che si fermi? Si tratta di un vero e proprio assedio da parte dell’ENI alla costa siciliana, senza che vengano fornite adeguate garanzie. Da una prima analisi della documentazione presentata per la richiesta di autorizzazione per “Vela1”, emerge la superficialità con cui è stato valutato l’impatto ambientale. La compagnia continua a ripetere che non vi sono rischi, ma lo sversamento di oggi è l’ennesima dimostrazione che non ci si può fidare. L’uso del petrolio, dalle estrazioni off-shore al trasporto alla sua raffinazione, rappresenta un pericolo per l’ambiente, la salute umana e le economie locali, che non possiamo permetterci. È ora di fare delle scelte precise per la tutela del mare e delle comunità locali che da esso dipendono, e di puntare su fonti di energia pulite. È responsabilità delle Regioni tutelare il proprio territorio di fronte agli interessi senza scrupoli delle compagnie petrolifere.

Alla lotta dei cittadini si è unito anche Crocetta all’inizio dello scorso aprile, nel tentativo di salvaguardare il mare, uno dei beni più preziosi della Sicilia, ed evitare le perforazioni che continuano a danneggiare il territorio, infatti alla fine del mese è stata presentata la prima opposizione formale a un progetto di ricerca off-shore davanti alla costa siciliana.

Photo Credits | Thinkstock

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