I rinoceronti, come è noto, sono animali a rischio, perseguitati da cacciatori e bracconieri nonostante le politiche di protezione elaborate da diversi stati. Ora c’è nuova, grande preoccupazione per l’import di trofei negli Stati Uniti, che è stato di nuovo permesso di recente per la prima volta dopo 30 anni.
Si teme, ancora una volta, per le sorti dei rinoceronti. Questa volta tuttavia non parleremo di stragi o di bracconaggio, né dei mercati importatori dell’est, ma addirittura degli Stati Uniti. Gli States hanno infatti concesso un permesso per l‘import di un trofeo di rinoceronte ucciso in Namibia a un cacciatore americano. Erano 30 anni che non accadeva più.
Si tratta di un caso singolo, per ora, ma la preoccupazione è forte poiché potrebbe indicare un precedente pericoloso, che potrebbe dare il là a nuovi permessi per l’import di trofei che avrebbero conseguenze estremamente negative non solo per i danni effettivamente arrecati, ma anche a livello di politica internazionale.
L’Endangered Species Act, provvedimento del 1988 vieta l’importazione negli Stati Uniti di tutti i trofei ricavati da animali protetti: il permesso attribuito di recente risulta quindi concesso in deroga a questo atto. Questo caso è anche collegato all’annosa questione della caccia controllata alle specie protette: l’uccisione del rinoceronte in questione da parte del facoltoso cacciatore americano ha determinato infatti entrate per 175 mila dollari alla Namibia, soldi destinati a finanziare la protezione stessa dei rinoceronti.
Al di là della questione della caccia controllata, comunque, resta la spinosa questione della deroga: alimentare tale possibilità spingerebbe inevitabilmente nuovi cacciatori a dedicarsi all’uccisione di esemplari protetti, e la china che potrebbero prendere gli eventi sarebbe decisamente difficile da prevedere. Le associazioni animaliste americane hanno difatti subito protestato e confidiamo che vigileranno sull’eventuale assegnazione di nuovi permessi per l’importazione dei trofei ricavati da esemplari protetti.
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