In Italia 4 milioni di ettari di terreni agricoli e forestali (si badi, 4 milioni solo entro queste categorie) sono a rischio frane e dissesto, con una forte erosione in corso. A chi più grida: “Mettiamo in sicurezza il territorio”. Ma misure vere, vaste e concrete, quando le vedremo attuare?
Italia: nuovi dati sul dissesto idrogeologico arrivano dal convegno “Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale” organizzato dal ministero delle Politiche Agricole, dal Ministero dell’ambiente, da Agea, Ispra e Rete Rurale Nazionale. Si parla di 4 milioni di ettari di terreno agricolo o forestale a rischio frane, su cui è in corso una “forte erosione”. L’interessantissimo convegno punta i riflettori sul grande problema del dissesto idrogeologico che è drammaticamente tornato sotto i riflettori per i tanti casi di alluvioni e terremoti che hanno flagellato l’Italia negli ultimi mesi.
Il dissesto idrogeologico va contenuto: un punto su cui praticamente tutti sono d’accordo. Il convegno ha proposto metodologie e dati utili non solo a individuare le zone dove l’intervento di messa in sicurezza è più urgente, ma anche a intervenire in maniera ottimale sul territorio. Si tratta di interventi di grandissima importanza tanto per la sicurezza degli abitanti quanto per l’ambiente quanto, va da sé, visto che parliamo anche di terreni agricoli, per l’economia del paese.
Purtroppo i dati aggiornati sul rischio frane e il dissesto idrogeologico parlano di una situazione sempre più allarmante: ne è esempio lampante quello relativo alle zone a seminativo con criticità elevata o molto elevata, che corrispondono al 23% della superficie complessiva italiana di questa tipologia di suolo. Una superficie grande, pressappoco, quanto il Veneto.
Da tempo ormai ci troviamo in accordo con ambientalisti, autorità e anche politici quando questi puntano il dito sull’urgenza di intervenire in maniera decisa, profonda, ampia sul rischio frane e dissesto idrogeologico del territorio. Ci auguriamo di poter veder messo in atto quanto prima un piano all’altezza del problema da fronteggiare, al di là di chi poi effettivamente governerà il nostro paese.
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