Nuovi sviluppi nella vicenda dell’Ilva di Taranto: la questione di legittimità costituzionale sulla legge salva-Ilva è stata sollevata dal Gip di Taranto Patrizia Todisco, che ha accolto le richieste della Procura. La battaglia tra magistratura e governo continua: ora si attende la decisione della Corte Costituzionale.
La legge salva-Ilva, come è noto, ha scatenato un vero putiferio: la Procura ha tenuto fede alla promessa di lottare contro la legge e ora vede accettata la propria richiesta dal Gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale in merito alla legge salva-Ilva (legge 231). E adesso? Il Gip ha rimesso gli atti alla consulta e ora si è in attesa del giudizio che verrà espresso in merito alla vicenda dalla Corte Costituzionale.
E mentre le decisioni giudiziarie si susseguono la stampa continua a riportare le parole pungenti che ambo le parti (magistratura e governo, per farla breve) si scagliano contro. Altro punto di forte attrito è la decisione della magistratura di mantenere sotto sequestro i prodotti finiti e i prodotti semilavorati dell’azienda. Da una parte l’Ilva accusa la magistratura per la decisione giudicata avventata in quanto il denaro proveniente dalla vendita dei beni sarebbe servito per le operazioni prescritte dall’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, nonché a pagare gli stipendi dei lavoratori. Il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante ha dichiarato che “l’azienda è sana, robusta e ha sempre risposto ai suoi impegni” ma anche fatto capire che per pagare gli stipendi necessita del dissequestro della merce. Ferrante ha inoltre dichiarato: “La premessa fondamentale da cui si deve partire è l’affermazione forte da parte di tutti del rispetto della legge” ma è doveroso notare che la situazione è assai più complicata di quanto Ferrante vorrebbe far credere, e che è facile appellarsi al rispetto della legge quando è in proprio favore. Parole simili non sono certo state lanciate per le decisioni giudiziarie in direzione opposta verificatisi in passato. Lasciando perdere la posizione della Procura in merito al sequestro dei beni vogliamo riportare le parole spese in merito da Maurizio Landini che commentando la necessità dell’azienda di monetizzare le merci ha detto:
c’è un problema di credibilità dell’operazione: ci vogliono quattro miliardi di euro di investimenti e per ora la famiglia non li ha tirati fuori.
Già, perché spesso ci si dimentica (sebbene la questione di certo non sfugga a tutti i cittadini che si ammalano e muoiono a Taranto) che di tutti i soldi che l’Ilva dovrebbe stanziare per ottemperare alle prescrizioni ambientali dell’Aia ancora non si è vista nemmeno l’ombra.
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