Stimolare la crescita di plancton oceanico per assorbire CO2, l’idea non convince

di Redazione 372 views0

 La lotta alla CO2 per contrastare il riscaldamento globale e i mutamenti climatici stimola ormai da anni non solo politiche di riduzione dei consumi e delle emissioni ma anche idee alternative. Tra queste quella di fertilizzare gli oceani con sali di ferro al fine di stimolare la crescita di plancton oceanico per aumentare l’assorbimento della CO2. Un nuovo studio sembra tuttavia invalidare la prospettiva: tra l’altro, i costi sarebbero proibitivi.

Tra le tante idee che il mondo partorisce per tentare di contrastare il riscaldamento globale ve ne sono alcune sui generis, non improntata alla semplice riduzione delle emissioni inquinanti, per esempio, ma più radicali e sotto certi aspetti bizzarre. Tra queste idee vi era quella di stimolare la crescita del plancton fertilizzando gli oceani con sali di ferro, in modo da aumentare la loro capacità di assorbire CO2. L’idea circola già da tempo ma ora un nuovo studio di Daniel Harrison, ingegnere e professore universitario dell’Università di Sidney, potrebbe metterci definitivamente una pietra sopra.

Secondo il professore, infatti, il rapporto tra il costo e i benefici apportati dalla possibile operazione sarebbe pessimo e nel complesso l’idea lontana dall’essere effettivamente praticabile. Nel suo studio, pubblicato sull’International Journal of Global Warming, Daniel Harrison sostiene che il metodo potrebbe effettivamente funzionare: alghe e plancton crescerebbero e tramite le loro capacità di fotosintesi anche l’assorbimento dell’anidride carbonica. Ma i problemi non mancano: anzitutto il 98% della CO2 assorbita in tal modo tornerebbe in atmosfera circa 100 anni dopo, sollevando grossi dubbi sulla lungimiranza dell’operazione, e inoltre stoccare 10 tonnellate di CO2 per km quadrato con questa tecnica costerebbe 400 dollari a tonnellata e considerando anche che il solfato di ferro come fertilizzante potrebbe essere usato solo in determinate condizioni la fattibilità di questa tecnica di stimolazione della crescita di plancton e alghe risulta compromessa. Tra il ritorno della CO2 nell’atmosfera, i costi elevati e le tante complicazioni connesse non sembra potersi candidare come utile tecnica di riduzione della CO2 per il nostro pianeta.

Photo Credits | David Gunter su Flickr

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