Dopo la vicenda dell’ILVA, è emerso anche il processo di Brindisi e si è fatta luce su altri siti in condizioni analoghe, mostrando un’Italia completamente trascurata per quanto riguarda i siti industriali e il loro rapporto con l’ambiente.
Tempo fa avevamo parlato di tutte le situazioni analoghe all’ILVA, e in un articolo de L’Espresso, vediamo infatti che ci sono altri 4300 siti inquinati sparsi su tutto il territorio. Già prendendo in considerazione i due casi sopracitati, si possono tirare le prime somme e cercare di capire quanto possa essere devastata dal punto di vista ambientale e, di conseguenza, della salute, una terra splendida come la Puglia. Che però, purtroppo, non è l’unica a riversare in queste condizioni.
La situazione è ancora più allarmante, nel momento in cui si specifica che 4300 sono i siti dei quali è stata accertata la contaminazione, ma ce ne sono altri 15000 che potenzialmente potrebbero essere inquinati ed è un numero davvero molto elevato.
I petrolchimici di Porto Marghera, Gela e Priolo e le aree industriali di Trieste, Piombino e Bagnoli, sono tra le aree più preoccupanti, ma il problema principale rimane l’assenza delle istituzioni. La Sardegna rimane una delle regioni più problematiche, soprattutto a causa dell’ex arsenale militare della Maddalena. Si tratta di una delle poche zone in cui la bonifica è stata effettuata, ma a quanto pare non correttamente, perché i fondali sono ancora inquinati e risulta forte la presenza di metalli pesanti, un’operazione non andata a buon fine sulla quale i magistrati stanno indagando. Tra le altre zone segnalate, la Valle del Sacco, il fiume in cui le aziende della zona per anni hanno scaricato le acque sporche nello stesso posto in cui i pastori ciociari portavano il bestiame ad abbeverarsi.
In tutte queste aree, il numero di patologie supera la media, com’è già stato verificato a Taranto. Lo stesso vale anche per la Valle del Sacco, dove si sono sviluppate in particolare forme tumorali e il morbo di Parkinson. Tutti questi dati dovrebbero portare a far riflettere le istituzioni per prendere provvedimenti concreti per la bonifica delle aree, per l’assistenza alle persone colpite dalle patologie a causa dell’inquinamento e a tutte le conseguenze che questi siti industriali altamente inquinati comportano.
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