Su Current Biology l’Intergovernmental Oceanographic Commission dell’Unesco pubblica i dettagli dei dati raccolti nel World Register of Marine Species, la più completa enciclopedia online dedicata alle forme di vita acquatiche realizzata con la collaborazione di centinaia di scienziati da tutto il mondo. Tra le rilevazioni più interessanti quelle che riguardano la vita negli abissi: nonostante i grandi progressi degli ultimi anni, un terzo delle specie sono ancora sconosciute.
L’analisi pubblicata su Current Biology e basata sui dati del World Register of Marine Species rivela che su un milione, all’incirca, di specie marina, solo 226 mila sono state accuratamente descritte, dopo un lavoro di rifinitura del database con eliminazione di numerosi alias durato anni. A queste se ne aggiungono 65 mila di cui si hanno campioni ma descrizioni non complete. Nonostante la straordinaria crescita delle scoperte negli ultimi 10 anni e il gran lavoro eseguito in termini di studio e catalogazione con circa 20 mila specie descritte, sono ancora un terzo, eseguendo tutti gli svariati calcoli del caso, le specie che vivono negli abissi a noi ancora sconosciute.
La maggior parte delle specie a noi ancora ignote sono secondo gli scienziati molluschi, vermi, spugne e crostacei. Il grande aumento di conquiste conoscitive degli ultimi anni si è verificato in parte per via delle nuove tecnologie, in parte, secondo il professor Antonio Todaro, coautore della ricerca pubblicata su Current Biology
perché la comunità scientifica che si occupa di biodiversità è aumentata e ci sono più esperti che lavorano in questo campo. Sensibilità e sforzi a tutela delle specie che rischiano di scomparire sono cresciuti molti a partire dalla conferenza di Rio.
C’è ancora moltissimo da scoprire, quindi, nelle acque della Terra. Secondo molti scienziati tuttavia si avrà una conoscenza pressoché completa delle forme di vita che le abitano entro la fine del secolo.
Photo Credits | spettacolopuro su Flickr