Corrado Clini commenta i dati sui tumori a Taranto in Virgilio Video
Il Ministro della Salute Renato Balduzzi ha presentato in conferenza i dati dello Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento su Taranto, ma secondo il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, la colpa non è tutta dell’ILVA.
In un video pubblicato in esclusiva da GoGreen, sentiamo infatti i commenti di Clini che, nonostante i dati allarmanti, non attribuisce tutta la colpa all’ILVA:
Renato Balduzzi ha presentato l’aggiornamento dello studio epidemiologico fino al 2009 e ha presentato i dati di mortalità e di malattia che fanno riferimento alla popolazione esposta da decenni a molti rischi ambientali. Per esempio, emerge in maniera molto significativa il dato dei tumori provocati dall’amianto. L’amianto era utilizzato abbondantemente a Taranto nei cantieri navali fino a quando all’inizio degli anni ’80 è stato messo fuorilegge. Mi sembra un po’ azzardato immaginare che i tumori per l’amianto siano riferibili all’Ilva.
A Taranto, però, la mortalità è più alta rispetto al resto della Puglia, addirittura del 14% per gli uomini e dell’8% per le donne, questi dati così allarmanti, vista la presenza dell’ILVA, non possono essere sminuiti. Le malattie affliggono anche tantissimi bambini, colpiti principalmente nel loro primo anno di vita, a causa dell’inquinamento. Le dichiarazioni di Clini continuano:
Ilva, come tutte le altre aziende dell’area industriale, ha contribuito significativamente negli ultimi decenni all’inquinamento e perciò anche a questo quadro di salute, ma trasferire i dati che riguardano la storia sanitaria di decenni alla situazione attuale dell’Ilva è un’operazione tecnicamente scorretta.
Ancora una volta, la polemica è servita: a Taranto si battono da mesi e sebbene i problemi possano essere sorti anche indipendentemente dall’ILVA, è necessario un piano per risolvere questo problema. Lo stesso Clini ha dichiarato che bisogna pensare con urgenza ad un piano straordinario, ma prima di tutto bisogna comprendere “il nesso tra ‘fattori di rischio ambientale e fonti di rischio, passate o ancora presenti”. Possibile pensare alla nascita di un Centro per la Salute che sorga sul territorio, nel frattempo a Taranto le emissioni dovranno essere costantemente monitorate.