Ilva di Taranto: pronta l’Autorizzazione Integrata Ambientale

Se non ci fosse di mezzo il problema dell’occupazione verrebbe quasi da riderci su. Perché a volte la storia dell’Ilva sembra una telenovela alla Beautiful. E a me queste cose hanno sempre fatto sghignazzare.

L’Ilva non è solo un problema ambientale. La fermata della sua produzione avrebbe pesanti aspetti occupazionali nel resto della penisola e inciderebbe in negativo sul PIL nazionale per 8 miliardi di euro.

Perché questa azienda produce il 40% dell’acciaio prodotto in Italia. Nel muro contro muro tra la Riva e la procura di Taranto, il ministro dell’ambiente Corrado Clini prova a dire la sua spiegando in una conferenza stampa cosa prevede l’Autorizzazione Integrata Ambientale.

Stop all’altiforno 5 entro il giugno del 2014 per permetterne il rifacimento, rete di idranti, sparanebbia, copertura completa dei nastri ed entro due mesi il progetto di copertura dei parchi…

Un lungo elenco di cose da fare che dovrebbero sforare di parecchio il primo piano dell’azienda che prevedeva “solo” 400 milioni di euro di interventi…

Ma d’altra parte lo stabilimento potrebbe produrre ancora 8 milioni di tonnellate l’anno per il periodo necessario a compiere tutti i lavori. Insomma a prima vista mi sembra un tentativo di trovare una mediazione tra le esigenze della tutela della salute mantenendo comunque una certa operatività allo stabilimento.

Il limite di otto milioni di tonnellate prodotte non rappresenta comunque un’operatività minima. Lo stabilimento ha una potenzialità produttiva pari a 15 milioni, ma non è stata mai sfruttata.

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