Secondo Wikipedia il fracking o fatturazione idraulica,
è lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso. La fratturazione, detta in inglese frack job (o frac job), viene iniziata da una trivellazione eseguita in una formazione di rocce petrolifere, per aumentare l’estrazione e il tasso di recupero del petrolio e del gas naturale contenuti nel giacimento.
Se fate una banale ricerca su google scoprireste che il fracking sarebbe la causa del terremoto in Emilia Romagna. E’ proprio così? Marco Mucciarelli, docente di sismologia e geofisica applicata dell’Università della Basilicata, non ha dubbi:
Lo stoccaggio di gas come possibile causa del terremoto? È una bufala. All’origine c’è una faglia attiva di cui si era a conoscenza da tempo. E anche se i terremoti non si possono prevedere, sarebbe servita più prevenzione.
Insomma non ci sono legami tra il cosidetto fracking e lo sciame sismismo, e
per un semplice motivo: in Italia non ci sono operazioni di fracking attive che, come per le concessioni minerarie, devono essere registrate al Ministero dello Sviluppo Economico. Inoltre ad indurre terremoti non è tanto la pratica del fracking quanto la reiniezione delle acque reflue mischiate a solventi che vengono utilizzate per la fratturazione delle rocce.
Il discorso della faglia attiva viene confermato anche da due sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia:
La falda dell’Appennino avanza sotto alla Pianura Padana, comprimendosi e rialzandosi lungo un fronte che ha la forma di un arco e dove si concentra la pericolosità sismica. Quando si rompe una faglia gli epicentri delle scosse si distanziano di una decina di chilometri l’uno dall’altro. Ma stavolta le scosse coprono un fronte di oltre 30 chilometri. Segno che a rompersi è stata più di una faglia.
Insomma più che parlare di fracking o di altre cose simili, bisognerebbe occuparsi del fatto che tre milioni di persone vivono in zone ad alto rischio sismico e che altri venti milioni vivono in zone a medio rischio. Come sono costruite le loro case? Sarebbe meglio chiederselo prima che sia troppo tardi.
Matteo 29 Maggio 2012 il 07:11
Questo tizzio e’ un venduto come tutti gli altri sismologi che dicono che il terremoto e’ un evento solo naturale…ci spieghi il perche’ le fratture di questo terremoto cOincidono perfettamente con la mappa scavi.ci spieghi perche’ nell’ambiente c’e un’alta concentrazione di co2 e sostanze chimiche non utilizzare nelle varie industrie della zona …
sauro 29 Maggio 2012 il 15:55
Credo che le bufale siano le vostre visto che contestate un ‘ipotesi senza prove, anzi mentendo spudoratamente. Le trivellazioni sono in atto in ben 8 pozzi in Emilia, due dei quali geograficamente quasi sovrapponibili all’epicentro del Sisma.
Cio mi fa pensare che non siete ignoranti, ma siete in malafede, venduti come i vostri colleghi del CICAP, la vergogna della “scienza” italiana da sempre all’avanguardia mondiale.
roberto bosio 22 Giugno 2012 il 16:48
Noi rispettiamo le opinioni di tutti e vorremmo che anche chi ci legge facesse lo stesso. Se avete delle prove tangibili delle vostre affermazioni potete fornircele e noi vi daremo spazio. Altrimenti evitate di insultarci gratuitamente.