Guidato da satelliti ad alta tecnologia, una goletta degli anni trenta partirà presto in direzione di quello che qualcuno ha definito il settimo continente. Un nome evocativo per definire una realtà fatta di rifiuti plastici formanti una gigantesca area grande come sei volte la Francia al centro del Pacifico.
Questa spedizione scientifica è frutto del lavoro di Patrick Deixonne. Lui si definisce come un
esploratore di una nuova generazione che deve documentare le grandi problematiche ambientali, perché l’informazione è la chiave del cambiamento.
L’obiettivo del suo viaggio è situato in acque che vengono marginalmente toccate dalla navigazione mercantile e da quella turistica. I rifiuti si sono amalgati nel punto di incontro di diverse correnti marine. La forza centripeta sposta i detriti verso il centro, e crea una spirale di 22.200 km di circonferenza e circa 3,4 milioni di chilometri quadrati – i calcoli sono stati fatti dal Centro Nazionale di studi spaziali – o Cnes – che patrocina il progetto.
Si stima che complessivamente questo continente di rifiuti sia composto da decine di milioni di tonnellate di plastica, rappresentata in buona parte da microrifiuti decomposti ad una trentina di metri di profondità.
La missione si chiamerà settimo continente e partirà il due maggio da San Diego. L’Elan – ovvero lo slancio -, una goletta del 1938 a due alberi, dovrebbe compiere nel giro di un mese una rotta di 2.500 miglia tra la California e le Hawaii, dove Charles Morre ha scoperto per caso nel 1997 questa incredibile distesa di rifiuti plastici.
Finora, sono passati in questa zona la missione Tara per effettuare un prelievo di plancton, e due spedizioni americane – nel 2006 e nel 2009. La goletta sarà guidata da due satelliti della Nasa, Aqua e Terra, con l’obiettivo di arrivare là dove la concentrazione dei rifiuti è maggiore, al fine di misurare la densità. Per questo verranno effettuati dei prelievi di acqua, di plancton e di altri materiali.