Gli ottimisti vedranno comunque il bicchiere mezzo pieno, visto che si correva il rischio che il governo italiano seguisse l’esempio spagnolo, che ha cancellato completamente gli incentivi sulle rinnovabili perché non avrebbe i mezzi – specie se sotto attacco della speculazione – per finanziarli.
Il nostro governo si è comportato meglio – dimostrando così di avere attenzione al portafoglio ma anche all’intero sistema paese -, visto che ha dimezzato i fondi a disposizione: fino al 2020 i finanziamenti aumenteranno di 3 miliardi di euro l’anno – prima la cifra era doppia. Dietro a questa scelta ci sarebbe anche un’attenzione alle famiglie, perché con questo sistema siamo anche noi a finanziare le rinnovabili in bolletta – già oggi il peso sulle nostre tasche si aggirerebbe sui 9 miliardi di euro all’anno.
Stranamente con i due nuovi decreti, il governo rivede gli incentivi, ma pensa comunque di alzare i propri obiettivi per il 2020 in termini di sfruttamento delle rinnovabili – pensa di coprire con queste energie il 35% – prima era il 26 – del suo fabbisogno elettrico.
Come sia possibile conciliare la riduzione degli incentivi con degli obiettivi più ambiziosi in termini di sfruttamente delle rinnovabili? Secondo il ministro della sviluppo economico Corrado Passera
Abbiamo avuto finora un sistema molto generoso rispetto ad altri Paesi e vogliamo che i nostri incentivi restino superiori, ma non così incredibilmente superiori.
L’esempio citato è quello dell’energia fotovoltaica: l’incentivo italiano sarebbe di 313 euro l’anno per megawattora, contro i 162 della Germania e i 92 della Francia. Un giudizio che viene condiviso dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che si lascia andare anche ad una battuta
Abbiamo avuto rendite così alte da far invidia ad uno spacciatore di droga.
Il settore che pagherà maggiormente il taglio degli incentivi sarà quello fotovoltaico: oggi i pannelli primeggiano incassando i 2/3, domani dovranno accontentarsi di molto meno: un misero sesto del totale.
Questa scelta è stata determinata anche dal fatto che l’85% degli incentivi pubblici sono finiti nelle mani di imprese straniere. L’obiettivo del governo tecnico è invece quello di avere molta più attenzione per la filiera italiana. Uno dei temi che sviluppa il decreto è il ricordo alle biomasse prodotte in agricoltura – ed infatti tra i firmatari dei decreti c’è anche il ministro dell’Agricoltura Mario Catania.
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