Zimride: il car pooling conquista Facebook

di Redazione 70 views1

Con il prezzo della benzina sempre in aumento, bisogna trovare mezzi alternativi alla macchina. I mezzi pubblici non sono sempre del tutto efficienti e la bicicletta non si può utilizzare su tutte le tratte ed ecco che entrano in ballo car pooling e car sharing.

Il sito Zimride negli USA è nato nel 2007, inizialmente con l’intento di aiutare gli studenti della Cornell University a trovare passaggi per raggiungere la facoltà. Pensate quanto sarebbe comodo, per molti studenti italiani, specialmente i fuori sede sprovvisti di mezzi, riuscire a trovare qualcuno con cui condividere un passaggio.

Anche il car pooling ha un lato “social”, perché permette di incontrare gente con cui condividere una tratta del viaggio, per questo Zimride ha iniziato ad espandersi e a diventare sempre più importante, ad oggi sono molte le aziende e le facoltà che lo utilizzano in qualità di partner.

L’utilizzo è immediato, molto simile a quello dei social network: un account con il proprio profilo alla ricerca di qualcuno con cui condividere il percorso. Funziona, sostanzialmente, come i siti per il couch surfing e derivati, con pochi click si possono conoscere moltissime persone, si possono risparmiare i soldi per la benzina e i mezzi e si può socializzare.

Elemento, quest’ultimo, da non trascurare nell’era dei social network: se da una parte, infatti, internet ha la sua utilità, soprattutto quando si tratta di trovare delle soluzioni, dall’altra la gente è sempre più isolata dietro ai monitor; se invece i social vengono utilizzati sapientemente, diventano strumenti di comunicazione potentissimi.

Negli USA il car pooling sta diventando un’usanza consolidata ma ben presto, vista la crisi che avanza e il prezzo della benzina alle stelle, molti automobilisti sicuramente ci ripenseranno, prima di partire lasciando tre o quattro posti vuoti nelle loro auto per andare al lavoro, offrendo magari la possibilità a colleghi o a chi lavora nei dintorni, di condividere il viaggio!

Photo Credits | Thinkstock

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