In questi giorni non si parla d’altro che del disastro della Costa Concordia, il terribile affondamento della nave da crociera che è costato diverse vite, una tragedia che si sarebbe potuta evitare e che è rimbalzata da una parte all’altra del mondo. Mentre si procede con il ritrovamento degli ultimi corpi, bisogna fare i conti anche con i pericoli ambientali correlati, infatti tra carburante e detersivi, la zona dell‘isola del Giglio è a serio rischio.
Adesso i detersivi e i saponi presenti sulla Costa Concordia stanno iniziando a sciogliersi in mare, sono passati tredici giorni dal terribile accaduto e non si può limitare il danno al 100%, la quantità di detersivo che circonda la nave non può passare inosservata.
L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana ha inviato il battello Poseidon per i controlli e dai primi rilevamenti, ci sarebbero dai 2 ai 3 milligrammi di tensioattivi ogni litro d’acqua. C’è da tenere in considerazione che a bordo della nave c’erano moltissime persone, per cui svariati chili di materiale tra detersivi e sapone. Gran parte del materiale era chiuso nei boccioni che tuttavia non sono sicuri, visto che potrebbero esplodere da un momento all’altro e riversare dell’altro contenuto in mare.
I dati sono del tutto allarmanti, perchè le acque dell’isola del Giglio, fino ad ora considerate cristalline e con una presenza di tensioattivi pari a zero, adesso invece hanno un livello di inquinamento superiore addirittura a quello di zone industriali come Marghera (Venezia) e Piombino (Livorno). Sembrano meno inquietanti, invece, i dati riguardanti gli idrocarburi, dei quali per il momento non è stata certificata la presenza, ma i test dovranno continuare ancora nei prossimi giorni, mentre gli esperti inizieranno a svuotare le cisterne, l’operazione richiederà quasi un mese di lavori, speriamo che sia sufficiente per limitare al minimo i danni ambientali che la zona dovrà subire.
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Alfredo 27 Gennaio 2012 il 13:26
Bisogna fare in fretta e bene non si può avvelenare una così bella zona per’altro paradiso dei cetacei.
Alfredo 30 Gennaio 2012 il 09:40
Anche il governo italiano dovrebbe rivolgersi all’avvocato americano Marc Bern per i danni subiti ! Solo cosi’ potremo recuperare i soldi per contrastare l’inquinamento della nave.