Lo sanno anche i muri: l’ostacolo maggiore alla penetrazione sul mercato delle auto elettriche è rappresentato dalla loro limitata autonomia. Ora però sembra che la multinazionale USA IBM abbia trovato una soluzione al problema.
La compagnia a stelle e strisce, con il progetto Battery500, sta mettendo a punto una nuova forma di batterie che utilizzerebbe il carbonio al posto degli ossidi di metallo per l’elettrodo positivo. Il nuovo elemento è più leggero e soprattutto avrebbe una densità energetica che potrebbe arrivare ad essere fino a mille volte superiore agli accumulatori odierni.
Il risultato finale sarebbero delle batterie in grado di viaggiare per distanze pari a 500 miglia – ovvero più o meno 800 chilometri – senza aver bisogno di una ricarica. La tecnologia non è ancora pronta per essere utilizzata su larga scala, visto che questo nuovo tipo di batterie presenta una certa instabilità che ne riduce sensibilmente la vita utile.
La multinazionale USA prevede però di riuscire a superare il problema e di arrivare sul mercato con questo nuovo prodotto entro il 2020. L’instabilità sarebbe determinata dall’ossigeno presente nell’aria che reagirebbe non solo con il carbonio, ma anche con il solvente elettrolitico presente nella batteria.
I ricercatori dell’IBM hanno già individuato un nuovo solvente che potrebbe eliminare il problema, per cui contano di arrivare alla creazione di un primo prototipo funzionante entro il 2013.
Interessante scoperta che collego con una notizia di segno ben diverso. Il conflitto afgano non sarebbe determinato dalla lotta ad Al Qaeda, ma piuttosto dalla necessità di controllare le riserve di Litio presenti nel paese. La presenza di notevoli quantità di minerali di litio nel sottosuolo del paese asiatico è stata confermata dai geologi americani.
Le riserve di questo materiale – comparabili a quelle della Bolivia, primo produttore al mondo di questo minerale -, indispensabile per le pile dei pc e dei cellulari, farebbe del paese una sorta di Arabia Saudita del litio.