Davanti alla sfiducia tenace verso le OGM mostrata dall’opinione pubblica europea, BASF cesserà di sviluppare dei nuovi prodotti destinati esclusivamente al mercato europeo ed ha annunciato nei giorni scorsi un ricentraggio delle sue attività nel settore su regioni più clementi, come gli Stati Uniti.
Siamo convinti che le biotecnologie verdi siano cruciali per il XXI° secolo. Ma non sono sufficientemente accettate in diverse regioni europee dalla maggioranza dei consumatori, degli agricoltori e dei responsabili politici
ha stimato nel corso di una conferenza telefonica Stefan Marcinowski, alto dirigente della BASF.
E’ per questo che non ha senso economico di continuare ad investire in prodotti che devono essere esclusivamente coltivate in questo mercato
ha aggiunto.
Il gruppo tedesco, numero uno mondiale della chimica, aveva battagliato per una decina di anni per ottenere nel 2010 l’autorizzazione di commercializzare nell’Unione Europea Amflora, una patata OGM rinforzata in amido. Ma poco tempo dopo, la multinazionale si era messa a coltivare “per errore” in un campo d’Amflora in Svezia un altra patata OGM, l’Amadea, non ancora autorizzata dalle autorità europee.
Dopo questo scandalo, BASF ha deciso di fermare la coltura e la commercializzazione di Amflora – le sue vendite nel 2011 sono state quasi nulle. La stessa scelta è stata fatta per altri prodotti transgenici esclusivamente riservati al mercato europeo.
D’altra parte il gruppo ha deciso di continuare le procedure di autorizzazione presso l’Unione Europea delle sue patate Ogm giò messe a punto. Il mercato di questi prodotti rinforzati in amido potrebbe essere utilizzato dall’industria della carte, nel tessile e degli adesivi.
Mentre la Commissione Europea si è limitata a prendere atto della decisione presa dalla BASF, le organizzazioni ambientaliste hanno mostrato toni trionfalistici: Greenpeace sul suo account Twitter parlava di
una vittoria per i consumatori
e di un
passo avanti per lo sviluppo di biotecnologie sicure.
Come abbiamo scritto il gruppo tedesco non ha abbandonato tout court il settore OGM e anzi spera molto nel suo rapporto di cooperazione con il gigante americano Monsanto. Il loro primo prodotto comune, un mais resistente alla siccità, è stato autorizzato alla fine del 2011 negli Stati Uniti. E una varietà OGM della soja della BASF – resistente agli erbicidi ha già ottenuto il via in Brasile. Con un partner brasiliano, l’istituto di ricerca agricola Embrapa, BASF lavora anche su un progetto di canna da zucchero OGM ad alto rendimento.
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