Si chiama Polyhydroxyalkanoato, per chi volesse pronunciarlo più rapidamente è solamente PHA. Si tratta di un poliestere lineare prodotto in natura dalla fermentazione dello zucchero e sta per affermarsi come una soluzione rivoluzionaria nel mondo della chimica.
Il PHA è un’idea tutta made in Italy, nata alla Bio-on di San Giorgio di Piano, a Bologna, un azienda composta da 30 ricercatori su 40 persone che ha deciso di dare vita a del materiale utilizzando solamente scarti vegetali. Si è iniziato da quelli della barbabietola che, come abbiamo già visto, sono una risorsa molto importante nel campo delle innovazioni green, ma adesso lo è anche la canna da zucchero.
Non si utilizzano solventi chimici oppure organismi geneticamente modificati, la bioplastica nasce dalla natura e nella natura svanisce, al 100%, nell’arco di dieci giorni. Sono stati investiti ben dodici milioni sul PHA, un materiale tanto innovativo quanto promettente, la Bio-on ha deciso di puntare in alto e fa anche bene. La bioplastica che prende forma dal PHA è fatta di un materiale resistente, elastico, impermeabile, dotato di ottime qualità termiche e quindi da utilizzare nei più svariati modi e campi. Si può passare dal materiale per auto e aerei all’arredamento, senza tralasciare i giocattoli e, perché no, anche altri prodotti come le buste della spesa che, ultimamente, creano qualche difficoltà quando c’è del peso di troppo.
Bio-on ha deciso di fare le cose in grande e di fornire il materiale alle aziende dando vita a diversi impianti, il primo dei quali darà il via da Minerbio, sempre in provincia di Bologna, ma poi l’azienda si estenderà tra Germania, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. Ancora una volta, quindi, il made in Italy si rivela una risorsa capace di arrivare oltre i confini nazionali con grande successo, il segreto però sta tutto nella ricerca. Non sarebbe il caso che questo Paese si occupasse di investire di più in materia?