Muni Seva: il primo Ashram verde

di Redazione 71 views0

Per gli occidentali, la parola sanscrita Ashram indica un centro religioso isolato dell’India. Ma questa definizione non si applica all’Ashram Muni Seva di Goraj, nel Gujarat, uno Stato che si trova a nord di Mumbaï.

Qui, scienza, tecnologia ed eco-imprese si combinano per servire la comunità. Dietro questa rivoluzione ci sono due uomini: il dottor Patel, che dirige l’Ashram, e Deepak Gadhia, presidente di uno dei principali fabbricanti indiani di sistemi solari.

Come spiega Vikram Patel:

A causa dell’ospedale, abbiamo dei grossi bisogni in termini di energia. Ad un certo punto mi sono detto che l’energia verde e rinnovabile era la soluzione, la combinazione ideale per noi. Come ONG, quando montiamo un nuovo progetto, prima di tutto raccogliamo abbastanza denaro. Ma per le spese correnti, i donatori sono restii a pagare per la stessa cosa ogni anno.

Non abbiamo mai pensato di creare un’attività economica

ricorda Deepak Gadhia

Ma visto che non volevamo dipendere dagli aiuti governativi e dai doni, abbiamo creato una società specializzata nella produzione di sistemi solari per finanziare la nostra ONG. E con nostra grande sorpresa, questa società si è sviluppata.

L’Ashram sfrutta le risorse naturali da anni. Il suo ultimo investimento in questo campo è rappresentato dalla climatizzazione solare. Un impianto pilota si aggiunge ad un sistema esistente di trattamento di biomasse che consuma tra 5 e 6 tonnellate di legna al giorno per produrre le 700 tonnellate di aria condizionata utilizzati ogni giorno per l’ospedale. La climatizzatione solare permette di economizzare una tonnellata di legname.

In totale, noi abbiamo 1.250 metri quadrati di pannelli riflettori

spiega Deepak Gadhia

La luce è diretta vero uno scambiatore di calore per generare del vapore che alimenta l’impianto di climatizzazione, e questo permette di produrre 100 tonnellate, ovvero 350 kilowatts d’aria condizionata per il nostro ospedale.

Il primissimo progetto verde dell’Associazione ha una ventina d’anni. Si tratta di un impianto di produzione di biogas. Lo sterco di vacca, mischiata all’acqua, fermenta in alcuni container. Da qui si libera del metano che alimenta le cucine. Lo sterco restante serve da fertilizzante.

Deepak Gadhia spiega

con le nostre 160 bestie, produciamo 60 metri cubi di biogas al giorno, e questo basta a scaldare cinque forni. In ogni cucina, noi cuciniamo per 100-150 persone al giorno

A Muni Seva, si cucina sia a metano sia con l’ausilio del sole. Dieci parabole sono utilizzate per captare la luce e scaldare fino a 250 gradi centigradi un vettore di calore, dell’olio in questo caso. Questo permette di cucinare per 500 bambini. Il surplus di calore è stoccato in container speciali per i giorni senza sole.

Deepak Gadhia descrive come funziona li sistema:

due parabole di 10 metri quadrati orientano la luce verso uno scambiatore termico ed una lente ottica, in modo che la luce arrivi dai due lati. Sulla lente, la temperatura raggiunge i 550 gradi centigradi. L’olio freddo arriva sulla lente e qui viene scaldata, parte infine verso le cucine dove il suo calore è utilizzato, poi ritorna nel sistema.

Questo stile di vita ecologico ha permesso all’Ashram Muni Seva di svilupparsi in modo sostenibile. Oggi la comunità ha un ospedale specializzato nella cura del cancro, un centro di ricerca tecnologico di punta, une casa per anziani, un orfanotrofio, un istituto per giovani handicappate e diverse scuole. E molti altri progetti sono allo studio con l’ambizione di poter vantarsi di una impronta carbonio zero entro l’anno prossimo.

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