Edizione 2011 della guida Greenpeace sui prodotti elettronici – che è quindi giunta alla sua diciassettesima edizione.
Sono state valutate quindici aziende dell’Information Technology in base alla loro politica energetica, alla sostenibilità del processo produttivo ed alla riciclabilità dei prodotti.
Viene per esempio valutato il livello di emissioni dei gas ad effetto serra durante tutto il processo produttivo: dalle materie prime che vengono utilizzate nei prodotti, al recupero dei beni alla fine della loro vita produttiva. Si considera anche quanta energia utilizzata nella filiera viene da fonti rinnovabili.
Questo monitoraggio ha già permesso di ottenere risultati significativi: diverse aziende si sono impegnate a non utilizzare più i composti chimici più dannosi. Ma ottenuto un risultato bisogna andare avanti: per questo Greenpeace ora domanda progressi nel campo delle materie prime utilizzate e in tema di risparmio energetico e di utilizzo di fonti rinnovabili.
A guidare la classica c’è la HP per i progressi realizzati in termini di riduzione delle emissioni di biossido di carbonio – oltre che per la sua posizione a favore di una legislazione ambientale più stringente in materia di riscaldamento climatico.
In seconda posizione c’è la Dell, che ha fatto un bel balzo in classifica: l’anno scorso infatti l’azienda statunitense si trovava in dodicesima posizione. Il produttore di computer si è impegnato a ridurre del 40% le emissioni entro il 2015.
Nell’ultima posizione del podio – dopo avere essere stato per due anni al primo posto – troviamo la Nokia. Un passaggio a vuoto a quanto sembra legato ai pochi impegni presi in tema di energie rinnovabili.
Nella lista compare per la prima volta il produttore di cellulari BlackBerry – la Research in Motion. Peccato che sia in fondo alla classifica, perché ha fornito una documentazione incompleta e ha mostrato performance in tema ambientale poco convincenti.
Si può scaricare la guida completa di Greenpeace a questo indirizzo.