Legambiente: L’impermeabilizzazione del territorio facilita le alluvioni

di Redazione 78 views0

Il dramma genovese e i disastri dell’Elba continuano a mantenere – per ora – alta l’attenzione del pubblico sulle alluvioni. Questo rischio accomuna buona parte delle città italiane, perché oltre all’intensità delle precipitazioni – vi abbiamo già parlato della probabile connessione con il Global Warming – bisogna considerare tutti gli scempi edilizi e le disgraziate politiche che li hanno accompagnati.

Non ci sono solo i danni provocati dalle colate di cemento che hanno ricoperto l’Italia negli anni Cinquanta e Sessanta. Ancora nell’ultimo ventennio è stato costruito molto cementificando e aumentando l’impermeabilità del terreno.

Il rapporto Ambiente Italia 2011 di Legambiente ha evidenziato come in tante città l’acqua non possa essere assorbita dal suolo perché ricoperto dalle opere dell’uomo.

Il record in questo senso è detenuto dalla città di Napoli, il 62,3% del suo territorio ha difficoltà d’assorbimento delle acque. Dietro la città partenopea si classificano Milano – con il 61,6% del territorio impermeabilizzato dalle opere dell’uomo -, Torino – 54.7% -, Monza – 48,2% -, Brescia – 44,1% -, ed infine Padova – 41,5%.

La soluzione più logica sarebbe una politica di rinaturalizzazione del suolo, partendo dalle amministrazioni locali e nazionali, che dovrebbero essere in grado di dire di no a cose come Piani casa o condoni. Ma sinceramente c’è da esserne scettici.

Il rapporto di Legambiente afferma anche che

ogni anno vengono consumati oltre 500 chilometri quadrati di territorio.

Per farvi un’idea sarebbe come se

ogni quattro mesi spuntasse in Italia una città delle stesse dimensioni di Milano.

Un altro rischio è rappresentato che sono stati chiusi per costruirci sopra: in caso di pioggia possono diventare pericolosi come delle bombe. Come spiega il geologo e personaggio televisivo Mario Tozzi:

Sotto il suolo di Napoli scorre il Simeto, a Palermo il Kemonia e il Papireto, mentre a Bologna c’è il Reno. Per evitare danni i fiumi devono respirare, avere l’opportunità di sfogarsi.

Conclude parlando di Genova:

costruita in una baia dove confluiscono cinque fiumi, tutti tombati per costruirci sopra. Se il quartiere più colpito si chiama Foce ci sarà un motivo.

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