Suddividire la carta, dalla plastica, dal vetro e dalla frazione organica è ormai un’operazione che caratterizza la vita quotidiana di milioni di famiglie italiane.
Ormai siamo talmente abituati a questa operazione da compierla quasi senza sforzo. Ma ne vale la pena? Ovvero dove vanno a finire i rifiuti differenziati?
Il gruppo Hera, società municipalizzata bolognese che si occupa – tra le altre cose – di gestire il servizio di raccolta dell’immondizia ha prodotto sull’argomento lo studio Sulle tracce dei rifiuti cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna e certificato da DNV Business Assurance.
Questo studio è arrivato alla seconda edizione e per realizzarlo la società emiliana ha seguito il percorso dei diversi rifiuti differenziati a partire dal conferimento nel rispettivo cassonetto.
Oggetto del monitoraggio sono state 48 imprese del settore – seguite per tutto il 2010 – che controllano complessivamente 59 impianti attive nell’attività di stoccaggio, selezione e prima lavorazione dei materiali raccolti.
Dalle analisi svolte dalla Hera in tali aziende, risulta che solo il 7,9% dei rifiuti differenziati finisce in discarica perché il rifiuto non è adatto al recupero o contaminato da materiale estraneo.
Facendo una semplice sottrazione si può dire che il 92,1% dei rifiuti viene avviata al riciclo.
I metalli sono i materiali per i quali è stata ottenuta la prestazione migliore – il 100% del ferro e il 93,3% degli altri metalli è stato avviato a riciclo.
Ovviamente sono arrivati risultati positivi anche in altre categorie: nel 2010 è stato recuperato il 90,3% della carta, il 94,3% dell’organico, il 94,2% del vetro e l’89,4% del legno.
Fanalino di coda tra i rifiuti differenziati è la plastica: viene recuperata solo il 78,4%. Sono stati registrati progressi per quasi tutti i materiali, solo per la carta, ed i metalli, la proporzione dei rifiuti differenziati destinati al riciclo resta stabile – la percentuale di riciclo l’anno scorso si attestò al 91,1%.
Ovviamente sarebbe interessante che un lavoro simile venisse fatto a livello nazionale, perché i dati riguardano solo una situazione regionale.
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