Era il 1977. grazie all’aiuto finanziario del WWF, Greenpeace riuscì ad acquistare un peschereccio: venne riadattato per passare dalla pesca alle battaglie ambientali e diventò il primo Rainbow Warrior – in italiano guerriero dell’arcobaleno.
Il nome veniva da una profezia degli indiani Cree:
Quando il mondo sarà malato e in agonia, il popolo si solleverà come Guerrieri dell’arcobaleno…
L’avventura della prima ammiraglia di Greenpeace finì nel porto di Auckland, fatta affondare da due cariche di esplosivo piazzate dai servizi segreti francesi – l’esplosione uccise uno degli uomini a bordo, il fotografo Fernando Pereira.
La nave aveva appena evacuato l’intera popolazione dell’atollo di Rongelap nella più salubre isola di Mejatoi e sarebbe dovuta andare nei pressi di Mururoa partecipare per contribuire alle azioni di disturbo contro i test nucleari francesi nell’atollo polinesiano.
Nel 1989, grazie anche alla somma ricevuta a titolo di indennità dalla Francia – ci fu anche un processo -, l’associazione ambientalista acquistò la Rainbow Warrior II.
Dopo 21 anni di onorato servizio – durante i quali è stata bombardata, investita da navi governative, e subito irruzioni della polizia, la Rainbow Warrior II è andata in pensione il 16 agosto 2011.
La nuova ammiraglia – che con poca fantasia è stata chiamata Rainbow Warrior III -, è lunga quasi 58 metri, ed è un tre alberi con 1.200 metri quadrati di vele.
Piccolo gioiello zeppo di tecnologie, ha pure un eliporto, una gru per spostare rapidamente i classici gommoni targati Greenpeace, e una sala stampa con 50 posti.
E’ stata costruita grazie alle donazioni di centomila persone. E per ringraziare tutta questa gente la Rainbow Warrior III farà un tour per farsi conoscere – prima di fare rotta per l’Amazzonia per le sue prime attività di campagna.
L’unica tappa italiana prevista è quella di Genova. Chi vuole vederla dal vivo e conoscere i membri del suo equipaggio dovrà essere nel porto della città ligure il 14 ed il 15 dicembre.