I veleni dei poligoni da tiro: il caso di Quirra

di Redazione 126 views3

A Salto di Quirra, in Sardegna, c’è il più importante poligono di tiro europeo. Qui vengono sperimentate nuove armi da utilizzare nelle guerre che devastano il pianeta.

Qui le industrie private possono fare sperimentazioni di nuovi sistemi d’arma e pure effettuare delle dimostrazioni promozionali delle armi. Solo per fare un’esempio – un po’ datato – nella prima metà del 1998 il poligono è impegnato dalla Fiat e dall’Alenia per complessive 244 giornate – hanno affittato nella stessa giornata più lotti di questa base sterminata.

Queste aziende private hanno potuto godere del diritto d’uso del mare sardo come bersaglio e discarica di missili e razzi di vecchia e nuova generazione. Senza che noi ne sapessimo nulla.

Basterebbe questo per chiudere la base. Ma c’è di più. Una storia che sembra uscita da un film dell’orrore, con pecore neonate con sei zampe o senza occhi, o bambini – nove – nati con gravi malformazioni negli anni ottanta a Escalaplano.

Come recita una relazione dell’Asl locale:

Il 65% del personale, impegnato con la conduzione degli animali negli allevamenti ubicati entro il raggio di 2,7 km dalla base militare di Capo San Lorenzo a Quirra, risulta colpito da gravi malattie tumorali

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Un incubo che colpisce con tumori e leucemie gli abitanti dei piccoli centri che si trovano vicini a questa base militare di 120 chilometri quadrati. Trenta su 150 residenti a Quirra, qualcuno in meno tra Villaputzu, Muravera e San Vito.

Una famiglia di allevatori nella zona di Tintinau, rischia di essere sterminata dalla malattia del secolo: tre di loro hanno avuto un tumore in pochi anni… Patologie che hanno molti punti di contatto con quelle contratte dai militari di ritorno da Afghanistan, Iraq o dai Balcani.

Impossibile non pensare che il punto di contatto sia rappresentato dall’uranio impoverito, o dalle nanoparticelle di metalli pesanti, contenuto nelle munizioni.

Ora sembra credere a tutti questi indizi anche la magistratura, che dopo una relazione della Asl di Cagliari, ha aperto un fascicolo contro ignoti alla procura di Lanusei.

Commenti (3)

  1. Siete fuori di testa, documentatevi seriamente (vedete la conferenza in rete di uno dei maggiori epidemiologi al mondo Dott. Pierluigi COCCO e non le stronzate di vari comitati contro tutto, e dei giornalisti antimilitaristi, e vedrete che in quello che dicono , non c’è nulla di vero. Ma probabilmente volete pubblicare solo quello che vi conviene e piace. Spero vi possa accadere quello che sta accadendo proprio in questa zona, rimanere senza lavoro. Gli abitanti di Perdasdefogu e dintorni, vengono studiati per capire la loro longevità e tutto questo non è assurdo?

  2. Giusto per informare: la sindrome di quirra di fatto NON ESISTE: nesuna traccia di uranio impoverito sui bersagli impiegati nelle esercitazioni! …difficilmente sarà possibile trovarne nel territorio, infatti finora nessun rilievo ne ha dimostrato la presenza. Dai rilievi dei veteriani si sa che Il 65% del personale, impegnato con la conduzione degli animali negli allevamenti ubicati entro il raggio di 2,7 km dalla base militare di Capo San Lorenzo a Quirra, risulta colpito da gravi malattie tumorali, ma questo dato va letto con attenzione: si riferisce ad un campione di 18 persone… e le altre 800 della base che stazionano in questo raggio?? Parliamo di “causa-effetto”: effetto-malattie, causa-? …sapete che il territorio è inquinato da una quantità impresionante di metalli pesanti provenienti dalle miniere a monte attraverso il fiume e che Quirra si trova proprio sulla laguna dove sfocia il fiume? In ogni caso vorrei far notare che il tasso di mortalità della zona di Quirra è al di sotto della media nazionale (1.4 contro 1.7), Perdasdefogu poi è una zona caratterizzata dalla longevità della popolazione tanto da inserirla nel progetto GENOS (un campione di 14.000abitanti), …e dalle indagini non è ancora risultato nulla che non sia attività addestrativa e di tiro proprie di un poligono militare. Senza uranio viene poi a decadere la questione legata alla sindrome legata ai balcani. Il territorio è senza dubbio inquinato, da metalli pesanti, che in particolar modo si riversano nella baia di Quirra (dove ci sono gli allevamenti) dove sfocia il fiume che arriva dalle miniere di Baccu Locci, …”causa ed effetto”: io ragiono per nesso di causalità.
    Al riguardo di un ipotetico sistema economico alternativo alla presenza del Poligono militare e arrivare alla dismissione progressiva e definitiva di tutte le servitù militari in Sardegna: non sarà certo la sola interdizione della baia di Capo San Lorenzo a bloccare lo sviluppo turistico della zona… Ne tanto meno la piana del cardiga! Perchè è di queste due piccole aree che si parla…
    Per quanto riguarda poi i campi elettromagnetici: l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), al riguardo dei potenziali pericoli cancerogeni da esposizione a campi elettromagnetici, ha classificato i campi elettromagnetici come “possibili cancerogeni per l’uomo” – Gruppo 2B – inteso come “sostanze delle quali risulta una ridotta evidenza rispetto alle 2A (probabilmente cancerogeno), quali cloroformio, nickel, caffè, insetticida, sottaceti…

  3. A stabilire qual’è la verità sarà la magistratura. Io ho espresso un punto di vista.

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