La kenyana Wangari Maathai, è morta domenica scorsa all’età di 71 anni a seguito di un cancro. Era un’ambientalista, attivista e biologa, che ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2004 per le sue lotte in favore dell’ambiente e contro la desertificazione – alla testa del movimento Green Belt, da lei creato nel 1977, ha piantato in Africa 47 milioni di alberi.
Il suo movimento promuove la biodiversità e punta alla creazione di lavoro per le donne – e contemporaneamente ne valorizza l’immagine nella società.
Il presidente keniota, Mwai Kibaki, ha deplorato la perdita di una
icona internazionale, che ha lasciato un segno indelebile nel mondo della protezione dell’ambiente.
Per il ministro francese degli Affari Stranieri Alain Juppé
Wangari Maathai era una
voce potente a favore di un ambiente condiviso e armonioso
che
mancherà al mondo.
Il premio Nobel era solo una delle tante onorificenze acquisite negli anni dalla donnna: nel 2009, ad esempio, era stata nominata messaggero della pace per l’ONU.
Tra i commenti raccolti su Facebook nelle pagine in sua memoria si legge che era
nata in un piccolo villaggio… ma era riuscita a lasciare il segno sulla scena internazionale.
E ancora era
la più importante delle militanti per l’ambiente in Kenya. Ha servito il suo paese con diligenza.
Wangari Maathai aveva partecipato anche alle lotte contro la svolta autoritaria imposta dal presidente Daniel Arap Moi negli anni ottanta e novanta – e questo gli era costato diversi arresti e incarcerazioni.
Con l’avvento del multipartitismo, e la speranza popolare sollevata dall’elezione di Mwai Kibaki nel 2002, era stata segretaria di Stato per l’ambiente tra il 2003 ed il 2005 – in seguito farà un bilancio piuttosto amaro di quella esperienza.
Negli anni successivi, con le sue lotte per l’ambiente e i diritti umani aveva superato i confini del Kenya: nel 2005 era stata nominata ambasciatrice per la salvaguardia della foresta del Bacino del Congo in Africa centrale, per dimensioni la seconda foresta tropicale al mondo.
L’anno scorso era stata nominata amministratrice della Fondazione per l’educazione all’ambiente della Karura Forest, una foresta della periferia nord di Nairobi – una vittoria ottenuta grazie ad un lungo braccio di ferro condotto in Patria.
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