Dezhou , fino a pochi anni fa, era una città di cinque milioni di abitanti della provincia dello Shandong – siamo nel Nord-Est della Cina, più o meno a metà strada tra Pechino e Shangai – nota all’interno dei confini del paese per il suo pollo croccante.
Nel giro di un decennio si è trasformata nella città dell’energia solare: i suoi oltre cinque milioni di abitanti si riscaldano, si illuminano e soddisfano tutti i loro bisogni senza utilizzare combustibili fossili – o quasi.
In questa città, si usa l’energia solare per tutto, dall’illuminazione pubblica, ai semafori, ai taxi. Ogni nuova casa in città viene costruita con il suo pannello solare – mentre la percentuale diventa del 50% in campagna.
Qui pure le torce elettriche e i carica-batterie funzionano ad energia solare. E tanti dei suoi abitanti vivono grazie ad un lavoro nel settore fotovoltaico: nel 2007, 800.000 persone lavoravano in questo campo, e nel 2020 dovrebbero diventare un milione e mezzo – non c’è da stupirsi, visto che questo è uno dei poli mondiali nella produzione di scaldabagni ad energia solare.
C’è un uomo che ha pensato tutto questo. Si chiama Huang Ming, ed è un ex-ingegnere petrolifero che ha creato un’azienda nel settore fotovoltaico, la Himm.
Sognava di creare una città che potesse diventare una sorta di showroom per gli uomini d’affari occidentali in visita. Nasce così la Solar Valley, sul modello della Sylicon Valley californiana.
Per questo nel giro di due anni sono stati fatti traslocare migliaia di contadini. Per loro erano stati costruiti appartamenti ecologici con un basso fabbisogno energetico. Un obiettivo che viene perseguito per tutte le nuove costruzioni – ovvero sia per gli alberghi che per le strutture pubbliche e le abitazioni private.
I cinesi sono convinti che nel giro di un paio di anni, Dezhou possa diventare un modello di riferimento per tutto il mondo. Lo speriamo anche noi.