Il basilico comune, Ocymum basilicum L., è una pianta erbacea annuale usata in erboristeria e in cucina, appertenente alla famiglia delle Labiatae ora Lamiaceae.Esistono circa 150 varietà di basilico, con aroma di anice, a foglie di lattuga, a foglie di ortica.
Questa pianta erbacea usata in erboristeria e in cucina si trova in entrambi gli emisferi, ha origini africane e indiane e si è acclimatato in Europa da secoli. Il basilico è coltivato per le sue proprietà officinali e aromatiche in tutte le regioni del mondo che hanno l’inverno con clima mite. I principali principi attivi del basilico sono: olio essenziale contenete ocimene, linalolo, estragolo; tannini, saponina acida, proteine, carboidrati, vitamina A, acido ascorbico.
Molteplici proprietà officinali
Questa pianta erbacea usata in erboristeria e in cucina ha molteplici proprietà officinali. Il basilico è un tonico, soprattutto nervoso e delle cortico-surrenali; antispasmodico, diminuisce l’attività cerebro-spinale dopo averla stimolata; stomachico; antisettico intestinale; emmenagogo. Questa pianta erbacea è usata in erboristeria per uso esterno in tutti i casi di perdita dell’odorato.
Il basilico è usato invece per uso interno nei casi di: astenia nervosa data specialmente da superlavoro intellettuale; angosce; insonnia nervosa; spasmi gastrici e digestioni difficili; infezioni intestinali; pertosse; vertigini; emicranie; epilessia; paralisi; gotta; menstrui insufficienti.
Trattamento supplementare contro lo stress
Come pianta officinale, le foglie e le sommità fiorite vengono utilizzate per preparare infusi ad azione sedativa, antispastica delle vie digerenti, stomachica e diuretica, antimicrobica, antinfiammatoria. Il basilico è utilizzato anche contro l’indigestione e come vermifugo. Come collutorio è indicato contro le infiammazioni del cavo orale. L’olio essenziale è utilizzato per massaggiare le parti del corpo dolenti o colpite da reumatismi. In India è utilizzata come trattamento supplementare contro lo stress, l’asma e il diabete.
Il basilico, come altre piante aromatiche quali il finocchio o l’estragone contiene l’estragolo, sostanza che si è rivelata cancerogena e teratogena su ratti e topi. Sebbene gli effetti sugli umani non siano stati studiati, gli esperimenti indicano che è necessaria una sostanza 100-1000 volte superiore a quella cui normalmente entriamo in contatto, affinché essa possa rappresentare un rischio per il cancro.