In molti comuni ancora è ancora in vigore il bidone dell’ indifferenziata (ovvero, tutti quei materiali che non possono essere separati come accade invece per plastica, carta, vetro e metalli), mentre in altri si è già da tempo in regime di separazione del secco dall’ umido.
Si tratta di distinguere, tra tutti quei rifiuti che non sono raccolti in campane specifiche per il riciclo, quelli che sono di natura organica (quindi animale o vegetale, dunque decomponibile) da quelli che invece non lo sono.
Che fine fa l’ organico? Viene riutilizzato sotto forma di compost, ovvero di fertilizzante per le piante. Per chi ha un giardino e un po’ di spazio verde, infatti, si sta anche diffondendo l’ uso della compostiera, una campana che, apposta al terreno, aiuta il processo di degradazione dei rifiuti organici, talvolta anche con l’ aiuto di vermi.
COSA METTERE NELL’ ORGANICO
Ecco allora che i rifiuti organici diventano di valore enorme per il riciclo: basti pensare che ogni anno un italiano produce 150 chili di rifiuti organici, sufficienti a nutrire un orto di dimensioni rispettabili.
Cosa possiamomettere nell’ organico:
– scarti da cucina vegetali e animali,
– bucce di frutta,
– gusci d’ uovo,
– fondi di caffè e tè.
Si possono inoltre inserire scarti di manutenzione di piccole aree verdi, come erba tagliata, piccoli rami, trucioli e cenere di legna.
I rifiuti organici vanno inseriti nel cassonetto marrone della raccolta differenziata.
COME FARE DA SE’ IL COMPOST
Il compost è il risultato della lavorazione del rifiuto organico che si ottiene attivando il processo di trasformazione detto compostaggio per la produzione di un utilissimo concime.
Per la produzione casalinga di compost basta fornirsi di un “composter” che è un contenitore in cui raccogliere tutti gli scarti organici che dopo 6-8 mesi si trasformano in compost.
IL CICLO DI DEGRADAZIONE DEI RIFIUTI
Per capire la differenza tra i rifiuti organici e quelli non organici, basta pensare che un torsolo di mela viene assimilato dalla natura tra i 15 giorni e i 3 mesi. Un giornale da 4 a 12 mesi. Un mozzicone di sigaretta in 2 anni. Una lattina da 20 a 100 anni. Una bottiglia di plastica da 100 a 1.000 anni. Una scheda telefonica in 1.000 anni. Una bottiglia di vetro in 4.000 anni.
Francesco 13 Settembre 2012 il 14:51
per un piu’ efficace processo di separazione dei rifiuti [raccolta differenziata] non si potrebbe utilizzare (per la maggior parte dei prodotti tipo scatole, lattine, etc.) una marchiatura con codice a barre o un cip corrispondente alla classe di rifiuto e successivamente utilizzare un lettore per la loro separazione