La Statua della Libertà, uno dei monumenti più conosciuti del mondo, non è sempre stata verde. Inizialmente era rame brillante ma poi, una serie di reazioni chimiche e l’inquinamento dell’aria le hanno fatto perdere il suo colore originario e l’hanno trasformata nella statua dall’aspetto che conosciamo.
La Statua della Libertà, che fu progettata da Frédéric Auguste Bartholdi insieme a Gustave Eiffel è alta 93 metri e possiede una struttura interna in acciaio, mentre l’esterno è rivestita con 300 fogli di rame sagomati e rivettati insieme. Proprio il rame che distribuito sulla superficie del monumento è stato quello che ha causato la trasformazione del colore.
Nei primi 10 anni di permanenza negli Usa iniziarono le primissime trasformazioni: il rame cominciò a diventare marroncino, quindi lentamente blu-verde. Il cambiamento di colore non passò inosservato e in molti si chiesero se non fosse il caso di restaurare la statua ripristinando il vecchio colore.
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Il colore attuale è il prodotto di 30 anni di reazioni diverse che hanno portato ad un mix di minerali con prevalenza di colore verde. Oltre ovviamente alla naturale ossidazione, il processo che ha portato al cambiamento del colore della Statua della Libertà è stato accelerato dall’inquinamento atmosferico della città di New York.
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A questo proposito si parla, tecnicamente, di “cuprite”, un fenomeno per cui l’ossido di rame, che ha un colore rosso e che perde altri elettroni, forma un nuovo minerale nerastro: la tenorite. Questo spiega perché la statua negli anni ha assunto anche questa ulteriore sfumatura nerastra. Altre reazioni chimiche avvengono poi quando lo zolfo nell’atmosfera reagisce con l’acqua formando appunto minerali verdi. E se a questo aggiungiamo anche la presenza del cloro, che dal mare si diffonde intorno nella zona di Ellis Island, comprendiamo il perchè la statua abbia assunto negli anni questo intenso colorito verde.
Se il colore attuale è rimasto lo stesso per oltre 100 anni, questo è dovuto al fatto che il rame ossidato è ora stabile.
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