Nelle nostre città c’è bisogno di verde e di un contatto più diretto con la natura. Proprio a partire da questo bisogno nasce l’idea degli orti sociali e degli orti urbani.
Per definizione gli orti sociali sono appezamenti di terreno di dimensioni piccole o medie, che vengono affidate ai cittadini in modo da permettere loro di produrre in proprio gli ortaggi destinati all’uso personale e familiare e non alla vendita, o comunque da gestire senza fini di lucro. Si tratta spesso di coltivazioni a basso impatto ambientale e alcune volte anche coltivazioni biologiche che si trovano in zone degradate o periferiche delle più grandi città.
L’orto urbano è strutturalmente simile all’orto sociale ma a differenza di quest’ultimo non ha una funzione etica, civica ed educativa ma semplicemente viene affidato a privati cittadini perchè se ne prendano cura e lo coltivino. Gli orti sociali infatti possono essere utilizzati per dare lavoro a cittadini portatori di handicap, oppure a persone in situazioni di disagio grave.
Inoltre gli orti sociali, a differenza degli orti urbani, hanno una funzione didattica in quanto possono diventare oggetto di prgetti che coinvolgono direttamente gli alunni nella coltivazione e nella cura.
Gli orti urbani stimati in Italia sono 18 milioni, si tratta quindi di un fenomeno in crescita che potrebbe diventare una concreta opportunità di recupero di aree verdi abbandonate all’incuria e al degrado, e anche un’attività educativa e di socializzazione.
Sia gli orti sociali che gli orti urbani sono un modo per riqualificare e dare una nuova destinazione d’uso ai giardini, ai terreni abbandonati delle città, ad angoli degradati che possono ritrovare una nuova bellezza.