Utilizzare la buccia degli agrumi per fornire preziosa energia: è questa la teoria sulla quale si base il progetto pilota messo a punto dalla Università di Catania e il Distretto Agrumi di Sicilia. La buccia di arance e limoni insomma può trasformarsi in biomassa da cui ricavare elettricità e così il vantaggio è doppio: si rispetta l’ambiente circostante e si risparmia un bel po’, riducendo anche di gran lunga gli sprechi (visto che la buccia della frutta è generalmente destinata al cesto della spazzatura).
Con il sistema messo a punto dalla Università siciliana, si riesce attualmente a ricavare la potenza energetica necessaria ad alimentare 333 abitazioni. Un risultato che ovviamente può essere migliorato nel tempo ma che è importante per capire come la bioenergia possa essere prodotta con grandi vantaggi per tutti. Le parti di scarto della frutta sono per esempio un ottimo ingrediente da sfruttare per raggiungere l’obiettivo di produrre energia a costo zero e senza impatto negativo alcuno sull’ambiente.
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Ma gli esperti sostengono che per risolvere il problema agro-alimentare della Sicilia servirebbero ancora venti impianti. Il vantaggio di una serie di impianti che utilizzano gli scarti alimentari per produrre energia è palese: così facendo si riduce la dipendenza da altro tipo di fossili come per esempio il carbone che di certo sono molto più impattanti sull’ambiente. Vedremo allora se il lodevole esempio della Sicilia potrà essere perseguito anche da altre regioni per produrre energia nel pieno rispetto dell’ambiente.
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