Ad Expo2015 il tema della desertificazione ha già trovato ampio spazio: se ne è parlato in una conferenza stampa indetta a giugno nel padiglione Israele, paese leader nel trasformare territori desertici e apparentemente non sfruttabili in terre fertili e coltivabili. Ma su che pilastri poggia la lotta alla desertificazione promossa da questo Paese?
Le basi sono più che solide e denotano la scaltrezza di una Nazione che ha dovuto fare di necessità virtù. E così, appurato che buna parte del territorio israeliano è dertico per conformazione, si è cercato di guardare le cose sotto un’altra prospettiva. Proprio da questa consapevolezza è partito quel processo di trasformazione dei territori desertici in aree coltivabili.
► EXPO2015, LA LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE COME MISSIONE POSSIBILE PER ISRAELE
Israele ha valorizzato il sole, attraverso il progetto promosso da David Faiman dell’Università d Ben Gurion il quale, in collaborazione con Zenith Solar, ha sviluppato una cella di concentratori fotovoltaici. Una soluzione ad hoc anche per tutti quei paesi in via di sviluppo che si trovano costretti ad affrontare l’annosa questione relativa al disboscamento e alla deforestazione e che dunque non possono contare sulla importanza degli alberi come fonte importante per riscaldarsi (legna).
L‘irrigazione a goccia, ovvero un particolare processo che porta a consumare meno acqua possibile, è un altro dei punti a favore di Israele (questione largamente affrontata anche nel, padiglione Israele di Expo2015). La dinamicità e la continua ricerca sta aggiungendo tasselli importanti: si sta cercando di sfruttare al massimo alcuni tipi di colture che possono crescere in condizioni climatiche particolari, come quelle appunto che troviamo nel deserto. Per tutti questi motivi, e per la consapevolezza di dover fare di necessità virtù, Israele si presenta come il Paese più all’avanguardia nella lotta alla desertificazione.
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