Dopo Nestlé, L’Oréal, Unilever, Mars e Ferrero, grazie all’intervento di Greenpeace, anche il gruppo Colgate-Palmolive ha annunciato una nuova politica di acquisti per evitare la deforestazione per produrre olio di palma.
Greenpeace era già intervenuta contro la Procter & Gamble, accusata di utilizzare olio di palma acquistato da aziende responsabili della deforestazione in Indonesia, per produrre shampoo.
Sembra che Colgate-Palmolive si sia impegnata a garantire entro il 2020 la piena tracciabilità dell’olio di palma utilizzato per produrre i propri prodotti.
A tal proposito da Esperanza Mora campagna Foreste di Greenpeace Italia, arriva una nota:
Apprezziamo l’impegno di Colgate-Palmolive, che auspichiamo possa essere implementato già nel 2015, e chiediamo a Procter & Gamble di seguire questo esempio, per garantire ai consumatori che l’olio di palma utilizzato per shampoo e altri prodotti di uso quotidiano non provengano dalla distruzione di uno dei più importanti polmoni del Pianeta, come abbiamo documentato nelle nostre indagini.
Sempre più persone sono ormai a conoscenza che esiste un nesso tra ciò che si compra nei supermercati e la distruzione delle foreste per la creazione di tali prodotti.
Un commercio sostenibile dell’olio di palma potrebbe, quindi, apportare un reale beneficio e un miglioramento di immagine alle aziende che utilizzano questo elemento per la produzione dei propri prodotti destinati alla vendita.
Non è raro infatti che, in caso in cui la provenienza dell’olio di palma sia collegata distruzioni ambientali, un consumatore attento o un’associazione di consumatori si possa rifiutare di comprare il prodotto al centro della polemica.
È auspicabile che tutte le aziende che utilizzano l’olio di palma per la produzione dei propri prodotti, si attivino a combattere contro la deforestazione proprio come ha agito Colgate-Palmolive.