Greenpeace denuncia Procter & Gamble: distrugge l’habitat naturale delle tigri per fare lo shampoo

di Diletta Funaro 222 views0

Greenpeace , dopo un anno di intense indagini, lancia un allarme preoccupante: la Procter & Gamble utilizza olio di palma acquistato da aziende responsabili della deforestazione in Indonesia, per produrre shampoo. Si tratta di una e vera propria emergenza perché le foreste in questione, sono un habitat naturale della tigre di Sumatra e dell’orango.


Secondo l’indagine di Greenpeace, la scomparsa delle foreste indonesiane, ad una velocità pari a circa nove piscine olimpioniche al minuto, è da attribuire alle attuali politiche di approvvigionamento di olio di palma. Infatti, sembra che Procter & Gamble, Reckitt Benckiser, Palmolive e Colgate utilizzino questo tipo di olio che deriva da un processo che di ecologico ha ben poco: conversione di foreste torbiere ed incendi forestali. L’olio di palma, nello specifico, è un ingrediente solitamente usato per shampoo e detersivi.
Esperanza Mora, responsabile della campagna Foreste di Greenpeace Italia ammonisce la Multinazionale:

La Procter & Gamble deve smettere di far arrivare nelle nostre docce prodotti che causano la distruzione della foresta pluviale e garantire ai propri consumatori prodotti che rispettino uno dei più importanti polmoni del Pianeta. La multinazionale dovrebbe seguire l’esempio di aziende come Ferrero, Unilever, Nestlé e L’Oréal, che si sono già impegnate a ripulire le loro filiere dell’olio di palma da fornitori controversi.

Le indagini condotte da Greenpeace si sono concentrate sulle proprietà del Gruppo Plantation BW, uno dei fornitori di Procter & Gamble, ed hanno prodotto risultati preoccupanti:

  • uccisione di oranghi
  • allestimento di cimiteri animali in aree confinanti con il Parco Nazionale Tanjung Puting
  • utilizzo di pratiche brutali per allontanare altri oranghi dalle coltivazioni

Negli ultimi mesi Greenpeace Italia ha cercato un confronto diretto con la Procter & Gamble e senza fornire le dovute spiegazioni, la Multinazionale si è trincerata dietro un semplice comportamento di greenwashing. La gravità di questo comportamento, oltre al danno ambientale di inestimabile valore, risiede nel rendere automaticamente anche i consumatori complici, seppur inconsapevoli.

Non ci sono più scuse né tempo da perdere, la Procter & Gamble e le altre aziende, devono necessariamente intervenire prendendo esempio dai grandi produttori di olio di palma come Palm Oil Innovation Group, GAR e Wilmar che stanno dimostrando come si possa produrre olio senza danneggiare l’ambiente e chi vi abita.
Serve un impegno concreto, scegliendo fornitori che coltivano olio di palma in modo sostenibile.

Guardate qui la nostra gallery (attenzione, alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità)

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