Il pesce pescato nelle acque del Pacifico è sicuro. Le radiazioni generate dal disastro di Fukushima al momento non hanno contaminato il pesce che viene pescato sulle coste del Canada e degli Stati Uniti, o meglio, i livelli di radiazioni registrati non sono pericolosi per la salute dell’uomo.
A dirlo è David Takayoshi Suzuki, ambientalista, attivista e divulgatore scientifico canadese che ha rilasciato una lunga intervista sull’argomento all’Huffington Post.
Secondo l’esperto l’allarmismo di questi ultimi tempi sul pesce pescato nel Pacifico non ha ragione di esistere, in quanto le rilevazioni effettuate sui pesci pescati mostrano un livello di radioattività inferiore a quello che normalmente viene registrato nell’ambiente che ci circonda, quindi tale da non compromettere la salubrità della catena alimentare umana.
Anche la World Health Organization concorda con quanto dichiarato da Suzuki, anche se non è i grado di dare delle spiegazioni esatte di questo fenomeno. Infatti, nonostante anche le autorità giapponesi abbia appena dichiarato che acqua radioattiva viene riversata nel Pacifico fin dal giorno del disastro, i pesci che sono presenti nella costa americana non ne sono stati contaminati.
Molto probabilmente le correnti oceaniche hanno giocato un ruolo fondamentale nel diluire la concentrazione di particelle radioattive, ma è difficile sapere come, dato che l’oceano è una distesa sconfinata che ancora nasconde molti segreti.
Secondo Suzuki, comunque, la contaminazione continuerà e, al massimo tra tre anni, anche il pesce delle coste americane e canadesi del Pacifico diventerà rischioso per la salute dell’uomo. In Giappone sono state già 42 le specie di pesci che sono state dichiarate inadatte al consumo umano.