E’ stato pubblicato in questi giorni sulla prestigiosa rivista Current Biology uno studio che confermerebbe quello che gli amanti degli animali danno per scontato già da tempo: anche le scimmie antropomorfe hanno la memoria a lungo termine, ossia sarebbero in grado di ricordare ed elaborare i ricordi, considerata finora prerogativa prettamente umana, che invece rende abili i primati a collegare elementi diversi riferiti a situazioni molto simili tra loro.
I ricercatori hanno sottoposto un campione di scimpanzé e orangutan ad alcuni diversi test. La differenza con uno studio normale in questa situazione è che i primati sono stati sottoposti, in diversi periodi di tempo, agli stessi esperimenti, che consistevano nel dover rintracciare alcuni oggetti nascosti. Gli oggetti erano sempre diversi come anche i luoghi nei quali sono stati nascosti, ma servivano sempre agli scimpanzé per compiere un’azione che li avrebbe portati alla ricompensa.
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I dati rilevati dagli studiosi durante i test hanno permesso agli studiosi di dimostrare che tutti i primati hanno realizzato tempi brevissimi nel compiere le azioni richieste, tempi che si sono abbreviati con il ripetersi delle operazioni, anche se questo è avvenuto a distanza di anni.
Lo studio dimostra in maniera quasi inconfutabile, che i primati sono davvero molto simili all’uomo e che i tratti che abbiamo in comune con questi lontani parenti sono più di quanti avessimo immaginato. Anche per questo sono state molte le università e i centri di ricerca che hanno dichiarato la volontà di non fare più esperimenti sui primati e sulle grandi scimmie in genere.