Avete mai sentito parlare del colorante E 120? Si tratta di un colorante, ma non tutti sanno che è di origine animale e che si trova in molti prodotti, alimentari e non.
Il colorante E 120 è conosciuto anche col nome di cocciniglia, perché ricavato dall’omonimo insetto; in particolare per la sua creazione vengono utilizzate le femmine gravide. Questi insetti producono un liquido di un rosso molto intenso che viene utilizzato per difendersi dai predatori. L’uomo invece lo utilizza come colorante, ma pensate che per produrre un chilo di cocciniglia occorrono tra gli ottantamila e i centomila insetti, una vera e propria strage che segue la procedura dell’essicazione e poi della macinazione del loro carapace, dal quale si ottiene una polvere che viene trattata con l’acqua calda per l’estrazione dell’acido carminico.
La cocciniglia viene utilizzata come colorante alimentare e per le fibre, si trova nella maggior parte dei coloranti alimentari rossi, così tanti che di alcuni nemmeno sospetteremmo. Si tratta di informazioni molto importanti per i consumatori, specialmente per i vegetariani e i vegani. Per esempio, il colorante E 120 si trova nei salumi, per renderli più rossi, si trova nel Campari e perfino nei cioccolatini, nelle gelatine e budini, nei ripieni per torte, salse dolcetti e in alcuni tipi di formaggio cheddar. Tra i prodotti che contengono E 120 c’è l’alchermes (in arabo significa appunto “cocciniglia”), un liquore molto noto, ottenuto dalle femmine fecondate di cocciniglia e speziato con cannella, cardamomo e chiodi di garofano, utilizzato soprattutto nella preparazione di dolci.
Nel tempo si sono verificati molti casi di allergie (dovute probabilmente alle proteine degli insetti), un motivo in più per abbandonare questa pratica che, tra l’altro, si rivela molto costosa.
Per i vegetariani è molto difficile riuscire a procurarsi cibo “non contaminato”, bisogna controllare sempre le etichette perché quasi tutti gli alimenti contengono parti animali come ossa e tendini.
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