Cina, due fornitori della Apple sotto inchiesta per scarichi tossici

di Redazione 541 views0

La Cina ha deciso di cambiare rotta e di occuparsi più seriamente delle tematiche ambientali: in molte città del Paese l’aria è diventata irrespirabile e le condizioni sono diventate intollerabili tanto che il Governo ha iniziato a prendere provvedimenti.

I cambiamenti avvengono a piccoli passi, ma l’importante è che ci siano. Per anni la Cina è andata dritta per la sua strada, seguendo il sogno dell’industrializzazione adottata secondo i vecchi metodi, senza badare alle conseguenze, che sono desertificazione, veleni nell’aria e un incremento di tumori e malattie derivate proprio dall’inquinamento.

I problemi sono arrivati per la Apple, o meglio per due fornitori cinesi dell’azienda. Due ditte appaltatrici, la Foxconn e la UniMicron: entrambe sono sotto inchiesta per aver scaricato metalli tossici nei fiumi nell’area intorno a Shangai. Secondo le denunce degli ambientalisti gli scarichi nei fiumi avrebbero causato un aumento dei tumori nell’area interessata. Giuseppe Onufrio di Greenpeace ha dichiarato:

L’impatto ambientale della crescita dei consumi elettrici è significativo, soprattutto per le politiche poco trasparenti di molti colossi del settore. E’ il caso della Apple ma non solo. Nel nostro rapporto del 2012 delle grandi aziende del settore solo una, l’indiana Wipro, ha avuto una valutazione sopra la soglia della sufficienza: 7,1.

Nel 2012 Greenpeace aveva declassato la Apple, il suo rating ambientale è sceso da 6 a 4,6 e adesso arriva questo nuovo problema, che grava sul colosso americano così come sul Governo Cinese. Da Pechino stanno cercando di avviare una politica più sensibile nei confronti delle energie alternative, modificando anche la legislazione in tal senso, rendendo meno tollerabili i reati contro l’ambiente.

Per quanto riguarda una delle due aziende sotto inchiesta, la Foxconn, già qualche tempo fa era finita al centro dell’attenzione per alcuni suicidi a causa delle estreme condizioni di lavoro. L’ong China Labor Watch ha denunciato 80 casi di sfruttamento del lavoro minorile.

Photo Credits | Thinkstock

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