Sono passati 27 anni dal disastro di Chernobyl ma ancora le radiazioni continuano ad avere i loro effetti sul territorio europeo, la prova è la recente scoperta di alcuni cinghiali con un tasso di radiazioni superiore alla norma.
Sono stati ritrovati in Austria, nel Tirolo, dei cinghiali con 2.700 becquerel al chilogrammo (Bq/kg), contro un limite massimo di 600 Bq/kg. La specie è già rara nella zona e secondo il capo del distretto di Reutte, Konrad Geisler, gli esemplari trovati sono provenienti dalla zona dell’Allgäu, in Baviera.
La contaminazione deriva dal cesio-137 che si accumula nel terreno ed in particolare nei funghi, di cui i cinghiali si nutrono, adesso la questione è nelle mani del Ministero della Salute di Vienna, ma il problema era stato già segnalato lo scorso anno ed era stata avviata un’indagine.
La notizia è stata riportata dal quotidiano tirolese Tiroler Tageszeitung, che ha spiegato che tra il 2007 e il 2012 sono stati esaminati in Baviera 2.077 cinghiali e di questi 732 avevano radioattività sopra i limiti, con un record di 9.836 Bq/kg. Il livello di contaminazione è così alto che un cinghiale su due non può essere avviato al consumo e le carcasse devono essere eliminate.
Il disastro di Chernobyl, avvenuto il 26 aprile 1986 ha avuto conseguenze disastrose in tutta Europa e attualmente è il più grave incidente nucleare mai verificatosi, insieme a quello di Fukushima avvenuto nel 2011. La contaminazione ha colpito anche molti altri Paesi oltre alla Bielorussia, in particolare Germania e Francia, gli effetti si fecero sentire anche in Italia. A pagarne le conseguenze sono stati flora, fauna e per quanto riguarda le persone, si è visto un incremento dei tumori alla tiroide, sterilità e aborti e anche malformazioni congenite, nell’ex Unione Sovietica le conseguenze furono disastrose anche a livello sociale, con un incremento dell’alcolismo e della tossicodipendenza. Sono passati 27 anni e ancora paghiamo le conseguenze di quel disastro nucleare, talvolta talmente subdole da passare inosservate.
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