I dati dell’inquinamento ambientale si fanno via via sempre più preoccupanti, molti Paesi cercano provvedimenti per salvare il salvabile, altri ne pagano le conseguenze, che si fanno sentire anche (e soprattutto) a livello economico.
La Cina ha dato il via alla lotta alle emissioni inquinanti, stanziando circa 200 miliardi di euro per il Piano di Controllo e Prevenzione dell’Inquinamento Atmosferico da attuare entro il 2017. Il progetto è stato presentato il mese scorso e reso noto nell’ambito della Conferenza Internazionale sulla protezione Ambientale a Pechino. Si prevede una concentrazione maggiore a Nord del Paese, dove l’inquinamento purtroppo supera di gran lunga e quasi sempre i limiti considerati tollerabili secondo i parametri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Pochi mesi fa delle foto arrivate da Pechino hanno dato uno spunto di riflessione: lo smog in città era talmente tanto che non si vedeva più niente, come se ci fosse una fitta coltre di nebbia, che ha costretto le persone ad evitare di uscire di casa. Il piano si concentra in particolare sulla riduzione delle polveri sottili, che sono anche causa di numerose malattie, tra cui tumori e disfunzioni ai polmoni. Da qui al 2012, le emissioni dovrebbero essere ridotte del 25%, un piano ambizioso che la Cina sta cercando di attuare prendendo anche altri provvedimenti, come la riduzione dell’uso del carbone a livello industriale.
E se la Cina stanzia denaro per ridurre l’inquinamento, i costi e le conseguenze sono elevati in India e compromettono la crescita economica del Paese. Dalle indagini condotte in India, la Banca Mondiale ha rilevato che le emergenze ambientali pesano per il 5,7% del Pil, circa 80 miliardi di dollari. Il 23% dei casi di mortalità infantile è causato da patologie determinate dall’inquinamento urbano. 9 miliardi di dollari l’anno pesano sulle casse dello stato a causa dell’inquinamento idrico, 20 miliardi invece derivano dal consumo del suolo, dissipazione dei pascoli e delle foreste.
Anche l’Italia deve fare i conti con l’inquinamento ambientale: nelle città la fonte principale di inquinamento sono le polveri sottili, che causano malattie respiratorie. Spiccano i casi di asma sempre più frequenti tra i bambini. Eugenio Baraldi, della Società italiana malattie respiratorie infantili, ha affermato:
I recenti dati emersi da uno studio legato al progetto europeo Escape sullo stato dell’inquinamento dell’aria, che classifica le città italiane tra quelle più a rischio in Europa, destano preoccupazione anche perché le malattie respiratorie sono in netto aumento tra i bambini.
Photo Credits | Getty Images