Il neo ministro Andrea Orlando si esprime con forza contro i tagli al ministero dell’Ambiente: “stop alla diminuzione di risorse e strumenti”, questo ciò che chiede il ministro invitando a invertire la tendenza che da molti anni vede il dicastero che ora gli appartiene sempre più spezzettato e impoverito.
Il ministro Andrea Orlando ha parlato ieri del proprio dicastero in occasione della presentazione delle linee programmatiche alla Commissione Ambiente della Camera.
Piuttosto che disseminare, nel senso di spargere e disperdere le competenze dell’Ambiente, occorrerebbe una vera e propria ‘semina verde’. E’ un’espressione, questa, tanto cara ad Alex Langer, e che mi piace qui richiamare.
Il ministro non ha nemmeno lesinato i dati, presentando davanti ai colleghi i risultati della spoliazione del ministero dell’Ambiente:
E’ mia opinione che non possa più reggere il binomio ‘aumento delle competenze/diminuzione delle risorse’. E’ dagli anni Duemila che le competenze del ministero si sono ulteriormente arricchite, soprattutto per il rilievo internazionale degli impegni assunti nell’ambito dell’Unione Europea e delle Convenzioni e Protocolli delle Nazioni Unite (quasi 70 tra direttive/regolamenti europei e oltre 20 accordi internazionali ratificati dal Parlamento). A fronte di tale aumento delle competenze e delle responsabilità segnalo una diminuzione rispetto al 2003, soli dieci anni fa, di oltre il 70% della dotazione annuale di bilancio del Ministero e di quasi il 50% del personale.
Dati che non sono certo uno scherzo. Orlando non è il primo a invocare un’inversione di tendenza per il fondamentale ministero verde: ogni anno si ripetono come dei mantra frasi sull’assoluta necessità di combattere il dissesto idrogeologico, di mettere in sicurezza il territorio, di dare più corda alla green economy, ma oltre alle parole spesso vuote dei politici ci troviamo davanti un ministero ridotto ai minimi termini.
Orlando dichiara inoltre la (prevedibile) massima contrarietà all’ipotesi di spacchettamento delle competenze del Ministero che verrebbero redistribuite in altri dicasteri. Almeno per ora, comunque, questa eventualità sembra rimandata.
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