Lo Zoo di Napoli versa in pessime condizioni e negli scorsi mesi si sono susseguite denunce per malnutrizione degli animali e gesti d’aiuto da parte della popolazione. Per Pasqua animalisti e volontari hanno raccolto e donato decine di tonnellate di cibo, commuovendo i dipendenti dello zoo.
Lo Zoo di Napoli versa ancora in difficilissime condizioni economiche e gli animali reclusi continuano a rischiare la fame. Ma dove non arrivano i soldi del comune (letteralmente) arriva l’interesse delle persone comuni: per Pasqua sono state raccolte e donate allo zoo di Napoli affinché gli animali vengano sfamati, decine di tonnellate di cibo provenienti da tutta Italia. I volontari di Italia Animalista in Movimento, di Animal Food, di Verdi Ecologisti e Oipa sono arrivati al giardino zoologico con camion e auto carichi di cibo e foraggio.
La mobilitazione per sfamare gli animali ha assunto portata nazionale e ha trovato importanti appoggi in ditte ortofrutticole, di cassette e strumenti per il trasporto e altro ancora. I dipendenti dello zoo sono rimasti commossi dalla grande manifestazione che ha visto per altro un flash mob in favore degli animali con oltre 200 persone coinvolte. A proposito si è espresso anche il Commissario Regionale dei Verdi Ecologisti, Francesco Emilio Borrelli:
Questo cibo dovrebbe bastare per almeno un mese. Dispiace riscontrare una mobilitazione delle istituzioni solo a favore di Città della Scienza che ovviamente è un sito straordinario per Napoli ma non l’ unico. L’ Edenlandia e il parco Zoo hanno avuto sempre un indotto economico e di pubblico 20 volte superiore a quello della struttura di Bagnoli senza mai aver avuto un finanziamento pubblico. Se Città della Scienza , come annunciato dal Presidente Silvestrini, vuole rinunciare ai fondi pubblici si potrebbero dirottare su quest’ area che rilanciata e riqualificata potrebbe tornare a splendere come ai tempi d’ oro. Infine chiediamo al Comune di fare presto nello sbloccare i 50 mila euro promessi per gli animali e i dipendenti dell’ area che ad oggi non sono ancora arrivati.
Tra cattive gestioni, mancanza di fondi, mancanza di rispetto verso gli animali da un lato e la forte volontà di non lasciarli ai morsi della fame da parte di tanti comuni cittadini dall’altro, una storia italiana che speriamo di veder risolta affinché gli animali, già reclusi (cosa che di certo non incontra il favore degli animalisti) almeno non siano sottoposti anche alla straziante sofferenza della fame.
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