Una coalizione ambientalista guidata da Slow Food e da Amici della Terra si appella all’UE contro il land grabbing e il consumo di suolo attraverso una petizione destinata anche ai singoli governi.
Slow Food e Amici della Terra in prima linea nella coalizione delle 24 associazioni ambientaliste (supportate da vari scienziati e studiosi) che con una petizione chiedono all’Europa di prendere contromisure reali ed efficaci contro la piaga del consumo di suolo e la pratica distruttiva del land grabbing.
Il land grabbing è una pratica che consiste nell’acquisto di ampie o anche enormi estensioni di terreno di altre nazioni al fine di coltivarle (soprattutto) o per altri scopi. È una pratica che da un lato viene spesso a prendere modalità di negoziazione opache e che spesso comporta lo sconvolgimento delle comunità rurali arretrate che spesso risiedono nella zona (e che quasi sempre non vengono considerate nelle grandi contrattazioni tra paesi). Il land grabbing comporta, di fatto, l'”importazione” di 1.212.050 km quadrati di terreno e la distribuzione delle risorse ha un grave peso sull’ambiente, sull’ecosistema locale e su quello globale.
Il consumo di suolo è un problema d’altro canto noto a tutti. Piero Sardo, presidente di Slow Food per la Biodiversità, ha dichiarato:
Sulla Terra oggi si produce cibo per 12 miliardi di persone, ma il 40% di tutto il cibo prodotto diventa rifiuto prima di essersi anche solo avvicinato a qualunque tavola. […] Slow Food si impegna da anni per promuovere un sistema di produzione, distribuzione e consumo che contrasti gli sprechi e l’acquisizione a prezzi stracciati dei terreni fertili che, soprattutto nel sud del mondo, sta minacciando la biodiversità, la sovranità alimentare e la vita stessa delle comunità locali. Servono interventi rapidi e incisivi, anche a livello comunitario, da parte delle istituzioni, dei cittadini e della società civile.
Tante associazioni ambientaliste europee fanno quindi fronte comune e insistono (e continueranno a insistere) affinché l’Europa si decida a ripensare questi problemi e il modo in cui vanno affrontati per il bene dei cittadini europei e non solo per loro.
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