Nord e Sud sempre più simili per colpa del riscaldamento globale, questo quanto affermato da uno studio su Nature Climate Change realizzato da un team internazionale di studiosi entro 17 centri di ricerca di 7 differenti nazioni e con il supporto della Nasa. Più simili per il clima, ma anche come vegetazione.
Questo studio sui due emisferi planetari, meridionale e settentrionale, ha ancora una volta ribadito come negli ultimi 30 anni i gas serra abbiano influenzato il pianeta innescando (tramite il riscaldamento globale) lo scioglimento dei ghiacci e quindi un meccanismo a catena dalle conseguenze sempre più gravi. E se da un lato la variabilità delle stagioni si sta mitigando per via del riscaldamento dei mesi invernali (riscaldamento più rapido rispetto a quello dei mesi estivi, questo il concetto fondamentale), dall’altro anche la vegetazione tende a variare sulla base dei cambiamenti del clima. Compton Tucker del Goddard Center della Nasa, che con piacere vediamo sempre più impegnata sul fronte del monitoraggio dei cambiamenti climatici, ha spiegato:
Negli ultimi 30 anni questo ha creato delle vaste aree ricoperte da una vegetazione molto produttiva, per un totale di oltre 9 milioni di chilometri quadrati (quasi come l’intero territorio degli Stati Uniti) dove si hanno piante sempre più simili a quelle presenti più a sud.
Terry Chapin dell’università dell’Alaska ha spiegato, entrando ancor più nel dettaglio, come
Agli inizi degli anni Ottanta, nell’Artico si aveva una vegetazione simile a quella delle terre poste al di sopra della latitudine 64 gradi nord. Oggi, 30 anni dopo, assomiglia a quella delle terre oltre i 57 gradi nord.
Ciò equivale a uno “slittamento” verso il meridione di circa 800 km. Ed ecco perché l’Artico è sempre più verde, come dimostrano i sempre più numerosi cespugli e alberi della zona circumpolare. Ed ecco perché, tra le tante differente tra l’emisfero nord e sud, alcune si stanno mitigando.
Photo credits | noahg su Flickr
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