Il consumo di carne rossa è in forte calo, le macellazioni bovine sono diminuite del 7% rispetto ai primi due mesi del 2012, secondo gli ultimi dati Coldiretti. Dato il pesantissimo impatto ambientale della produzione di carne per l’ambiente è un’ottima notizia.
Il consumo di carne rossa in Italia è in forte calo, più che per l’aumento del numero dei vegetariani (che comunque è costante), per via della crisi economica. Secondo gli ultimi dati Coldiretti il calo è quantificabile in base alla riduzione del 7% delle macellazioni, riduzione che deriva dal confronto dei dati del primo bimestre del 2013 con quelli del primo bimestre 2012. Sono ottime notizie per gli animalisti così come per gli ambientalisti, dato che l’impatto ecologico della produzione di carne, come è ben noto, è enorme, tanto in termini di inquinamento diretto (delle acque, del terreno, dell’atmosfera, con le enormi quantità di metano rilasciate dagli animali), quanto indiretto (deforestazione, desertificazione e altro).
I dati sul calo del consumo di carne qui riportati sono molto interessanti proprio perché basati sul calo delle macellazioni. Questo è un punto di grande importanza, in particolare, per gli animalisti. Continua infatti il dibattito sull’influenza che possono avere le scelte alimentari dei singoli sulla reale produzione di carne nel paese: questi dati provano chiaramente che, se da un lato la scelta del singolo in un limitato arco di tempo non può avere grandi conseguenze concrete di per sé, dall’altro le scelte collettive su un arco di tempo non breve ma nemmeno troppo lungo possono averle eccome. I produttori della carne in tempi difficili come questi non possono che monitorare costantemente il mercato e reagire di conseguenza.
In ogni caso una cosa è certa: una dieta che riduce il quantitativo di carne in favore di legumi (e ovviamente altro) è una dieta molto più sostenibile.
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