L’elettrodotto Dolo-Camin con la sua linea elettrica da 380 mila volt dislocata lungo 15 km non va già agli ambientalisti veneti, che esprimono chiaramente la proprio opinione contro i “politici menefreghisti” che “calpestano le comunità locali”.
Gli ambientalisti di Opzione Zero continuano la loro battaglia contro l’elettrodotto Dolo-Camin e i lavori per realizzare le infrastrutture lungo 15 km. Governo e Giunta Regionale, protestano gli ambientalisti, non hanno nemmeno considerato la possibilità di interramento. Tanto il governo quanto la regione, proseguono gli attivisti di Opzione Zero
ignorano e calpestano le comunità locali dando il via libera alla soluzione aerea dell’elettrodotto, senza nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di interramento chiesto a gran voce dai comitati, dai sindaci e dai cittadini. L’interramento della linea porterebbe non solo all’eliminazione dell’impatto sul paesaggio ma, cosa ben più importante, alla notevole riduzione di inquinamento ambientale in direzione di una maggiore tutela della salute pubblica, ispirata se non altro dal principio di precauzione.
Gli attivisti veneti puntano il dito contro la combinazione di elettrodotto camionabile che porterebbe perdite ecologiche (biodiversità, consumo di superficie agricola) ma anche economiche a seguito del calo di valore degli immobili della zona. E a ciò si aggiunge anche, naturalmente, il danno di natura estetica al paesaggio. Gli ambientalisti sottolineano anche come ciò non gioverebbe alla salute pubblica e sono decisi a continuare a lottare contro le scelte imposte dall’alto a loro giudizio senza le dovute considerazioni in base alle specifiche località coinvolte nel progetto, che si troverebbero davanti a ingenti danni di varia natura.
L’elettrodotto Dolo-Camin non si deve fare per gli ambientalisti, o meglio, non si deve fare in questo modo: la richiesta di valutare possibili soluzioni alternative all’infrastruttura aerea vecchio stampo (come l’interramento) sembra ragionevole. Ma qualcuno porgerà orecchio ai cittadini? Noi ce lo auguriamo.
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