Eco-Pot è il titolo del progetto che i ricercatori dell’Università di Pisa porteranno avanti con l’obiettivo di realizzare dei vasi biodegradabili, a buon prezzo e nutrienti per le piante.
Un progetto di un anno e mezzo per creare vasi biodegradabili, nutrienti per le piante che andranno a ospitare e nemmeno molto costosi: questo è quello che i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa cercheranno di realizzare. L’Eco-pot, ovvero, l’eco-vaso. La Regione Toscana ha approvato il progetto stanziando 450 mila euro. L’università di Pisa si avvarrà inoltre della collaborazione del Dipartimento di Biologia Cellulare e Ambientale dell’Università di Perugia, dell’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo del CNR nonché dell’appoggio di 58 imprese del settore vivaistico della zona di Pistoia.
Uno dei ricercatori coinvolti nel progetto, l’ingegnere Maurizia Seggiani, ha dichiarato:
Il nostro obiettivo è realizzare vasi di medie e grandi dimensioni utilizzando materiali compositi, da noi sviluppati, costituiti da una matrice sintetica biodegradabile e materiale organico di scarto. Matrice capace di, una volta interrato il vaso, nutrire la pianta durante il processo di degradazione nel terreno.
Sì perché, come forse avranno intuito i lettori più inclini al giardinaggio e alla cura dell’orto, uno dei vantaggi più spiccati sarebbe la possibilità di prendere e interrare il vaso: massima semplicità e al contempo nutrimento per le piante. E non va assolutamente sottovalutato l’impatto che questo progetto (in cui molti dimostrano di credere fermamente) potrebbe avere in merito allo smaltimento dei rifiuti: si pensi che secondo una stima non ufficiale in Italia si consumano ogni anno circa 440 milioni di vasi. Solo una minima parte di quelli venduti sono in materiali biodegradabili ma non solo le proprietà meccaniche di questi materiali non sono eccellenti, il loro prezzo è molto alto e ne limita fortemente la diffusione. Eco-pot vuole cambiare il mercato: se ci riuscisse i benefici non sarebbero pochi, quindi un augurio di buon lavoro ai ricercatori al lavoro sul progetto.
Photo Credits | Lolli Knit su Flickr
vipot 1 Febbraio 2013 il 10:48
sul mercato esistono i vasi in lolla di riso di cui si accenna nell’articolo. Posso assicurare che ci sono analisi fatte da enti preposti e uno studio portato avanti da più di due anni dall’università di Padova dipartimento di agronomia http://www.floso.it, che asseriscono che i vasi in lolla di riso sono naturali, nutrono le piante e sono totalmente biodegradabili secondo i tempi di programmazione prestabiliti. Tanto è vero che al 22 di gennaio è stato lanciato ad Essen, la fiera più importante del settore ortoflorovivaistico, il nuovo brand Eutopia per piante coltivate nel pieno rispetto della natura in vasi in lolla di riso, e i produttori coinvolti nel consorzio sono molto soddisfatti dei risultati che si ottengono.