Sea Shepherd anche quest’anno navigherà i mari per lottare contro le baleniere. Il fondatore del gruppo, Paul Watson, chiede aiuto all’Australia: gli ambientalisti richiedono una nave che possa sorvegliare gli sviluppi delle varie situazioni, al fine di mantenere la pace.
L’associazione Sea Shepherd capitanata, è proprio il caso di dirlo, da Paul Watson, si appresta anche quest’anno a intralciare e possibilmente impedire la caccia alle balene messa in atto dalle baleniere giapponesi nelle acque antartiche. Dati i noti problemi che ogni anno si ripresentano al momento dell’incontro tra le navi della flotta di Sea Shepherd con le baleniere giapponesi, dal fondatore una richiesta d’aiuto all’Australia: invii una nave che possa risolvere pacificamente le situazioni di conflitto che inevitabilmente verranno a crearsi.
Sarebbe un gesto di responsabilità mandare una nave per sorvegliare sulla situazione e mantenere la pace
Anche l’opposizione ha chiesto al governo australiano di inviare una nave di sorveglianza che possa vigilare su incidenti gravi riguardanti persone di entrambi gli schieramenti o perdite di materiale inquinante in caso di collisione tra imbarcazioni. Watson ha già accumulato guai con le autorità: l’Interpol lo ricerca su richiesta, ovviamente, del Giappone, per danni alla flotta e ostruzione d’attività commerciale, ma anche il Costarica per un noto incidente verificatosi durante un tentativo di ostacolare la pesca degli squali. Sea Shepherd è riuscito a ottenere buoni risultati nel corso degli anni e in particolare la scorsa estate è riuscito a far sospendere al Giappone la caccia a fini scientifici delle balene, “fini scientifici” messi fortemente in discussione un po’ da chiunque, nel mondo. Oggi il gruppo che ha come leader Paul Watson cerca appoggio in Australia e anche nel governo australiano c’è chi reputa una buona idea l’invio di una nave a fini di sorveglianza e sicurezza. La risposta non dovrebbe tardare ad arrivare e sarà senz’altro interessante, nel bene o nel male.
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