La proposta per prorogare la scadenza per la concessione delle spiagge per l’incredibile durata di 30 anni spostandola dal 2015 al 2045 è saltata: il governo è stato battuto. La proroga ci sarà (anche se l’Ue non ne è contenta) ma solo di 5 anni. Esulta il WWF, su tutte le furie per la proposta, definito un inciucio bipartisan tra PD e PDL.
Per la gioia di molti ambientalisti, e in primis del WWF che aveva definito il possibile provvedimento come un inciucio, la proposta per prorogare la scadenza per le concessioni demaniali marittime dal 2015 al 2045 è stata bocciata. Il governo è stato battuto e si limiterà a una proroga di soli 5 anni, che peraltro comunque non trova il favore dell’Europa che aveva insistentemente chiesto, come gli ambientalisti, di mantenere la scadenza al 2015. L’Europa in particolare, considerando gli stabilimenti attività su suolo pubblico, interpreta (a ragione) la mancata indizione di aste come una violazione della direttiva Bolkestein sulla libera concorrenza.
La scadenza è ora spostata al 2020, quindi la proroga impedisce di parlare di vittoria completa per gli ambientalisti contrari alla proposta congiunta di PD e PDL, ma per fortuna il progetto di spostare non di 5, né di 10 ma addirittura di 30 anni (cifra davvero incredibile) la scadenza per la concessione delle spiagge è stato scongiurato. Soddisfatta, la Federconsumatori ha così definito la possibilità di aste per le spiagge:
Operazione urgente e fondamentale per incentivare la concorrenza e il rispetto dell’ambiente. Tali gare, da un lato dovranno necessariamente tenere conto degli investimenti già fatti da parte dei gestori, dall’altra dovranno prevedere criteri di assegnazione delle concessioni improntati al minore impatto ambientale possibile ed alla qualità dei servizi offerti.
Per contrastare la cementificazione delle coste e ulteriori scempi ambientali il WWF chiede ora al governo una nuova presa di posizione per mantenere la scadenza al 2015.
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